Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Sigarette elettroniche, malattie polmonari: il Cdc segnala il brand Dank Vapes

Sembrerebbero prodotti legali a tutti gli effetti ma in realtà dietro l’etichetta si nasconde un mix di sostanze, tra cui thc e nicotina, di dubbia origine e qualità.

Sembrerebbero prodotti legali ma in realtà dietro l’etichetta si nasconde un mix di sostanze, tra cui Thc e nicotina, di dubbia origine e qualità. Lo ha reso noto il Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti dopo aver condotto una inchiesta tra i pazienti ricoverati in Illinois e nel Wisconsin per gravi malattie polmonari tra aprile e settembre. La stragrande maggioranza dei ricoverati ha riferito di utilizzare prodotti contenenti Thc di provenienza illegale, venduti come cartucce precaricate da utilizzare nelle cosiddette vape-pen. Sebbene nessun singolo marchio o prodotto sia stato identificato in modo definitivo, un’alta percentuale di pazienti ha riferito di utilizzare prodotti a marchio Dank Vapes.Dank Vapes – si legge nel rapporto del Cdc – sembra essere il più ricorrente in una vasta gamma di marchi contraffatti, con prodotti in confezioni semplici e facilmente reperibili online, utilizzati dai distributori per commercializzare le cartucce contenenti Thc senza indicazioni sull’origine e la provenienza”. In pratica – dice il Cdc – il brand Dank Vapes ha preso piede senza che in realtà nessuno ne fosse proprietario. Come se fosse una sorta di messaggio in codice tra produttore e consumatore, che permetteva il riconoscimento come liquido ad altissima concentrazione di Thc.
I risultati del rapporto – secondo la stessa ammissione del Cdc – risultano però parziali per quattro motivi.
In primo luogo, non tutti i ricoverati si sono fatti intervistare: le mancate risposte potrebbero dunque influire sul  dato finale. In secondo luogo, poiché le informazioni si basano su quanto riportato dagli intervistati, c’è la possibilità che qualcuno abbia minimizzato l’utilizzo dei prodotti illegali per motivi di accettabilità sociale. Il Thc ad uso ricreativo infatti è vietato sia in Illinois che nel Wisconsin. In terzo luogo, il troppo tempo intercorso tra il test di tossicologia delle urine e l’ultimo consumo segnalato, potrebbe giustificare i risultati negativi nelle analisi di alcuni pazienti, che pur avevano riferito di aver utilizzato la sostanza. Infine, questi dati sono in gran parte ricavati da pazienti che vivono nella regione nord-orientale dell’Illinois e nella regione sud-orientale del Wisconsin e quindi potrebbero non essere generalizzabili ad altri Stati; tuttavia, la distribuzione per età e genere è coerente con le tendenze nazionali.

Articoli correlati