© Sigmagazine, rivista d'informazione specializzata e destinata ai professionisti del commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica - Best edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - P. Iva 14153851002 - Direttore responsabile: Stefano Caliciuri - Redazione: viale Angelico 78, Roma - Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma al numero 234/2015 - Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017
Nel report annuale pubblicato pochi giorni fa, i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno riferito che il tasso di prevalenza del fumo negli Stati Uniti negli Stati Uniti nel 2018 era del 13,7 per cento (34,2 milioni di persone) leggermente in calo rispetto al 2017. Il tasso di prevalenza di sigarette elettroniche nel il 2018 è stato invece del 3,2 per cento, in aumento rispetto al 2,8 per cento nel 2017. Il dato conferma quindi che l’utilizzo delle sigarette elettroniche può aiutare a far diminuire il numero dei fumatori ma soprattutto far guadagnare in termini di aspettativa di vita. Più precisamente, gli anni di vita potenzialmente guadagnati dai fumatori che smettono passando al vaping – così come calcolato dall’Università del Michigan – superano quelli potenzialmente persi da chi inizia a fumare passando per l’ecig. Due gli scenari su cui si sono soffermati i ricercatori: quello di base presupponeva che ogni anno la sigaretta elettronica causa il 2% di iniziazioni al fumo e il 10% di cessazioni; un secondo scenario poneva le iniziazioni al 6% e le cessazioni al 5. Infine sono stati misurati i risultati anche riducendo del 10% i benefici del passaggio all’elettronica. Il saldo è favorevole al vaping in tutti i casi. Nel primo scenario di base, gli anni di vita guadagnati nel 2070 sono 3,3 milioni. Anche riducendo del 10% i vantaggi dello switch all’elettronica, gli anni guadagnati rimanevano sempre significativi: 2,4 milioni. Nel peggiore scenario possibile, cioè calcolando 6% di iniziazioni e 5 di cessazioni e riducendo i vantaggi del 10%, gli anni di vita guadagnati erano sempre in attivo: oltre 580 mila.