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Asma e sigaretta elettronica: il danno da fumo è ridotto

La testimonianza diretta di due giovani ricercatori italiani che hanno studiato il ruolo del vaping come metodo di riduzione dei rischi fumo-correlati nei pazienti affetti da asma bronchiale.

di Alessandro Solinas e Giovanni Paoletti

Nella letteratura medico-scientifica sono sempre di più gli studi che evidenziano come la sigaretta elettronica possa essere uno strumento di riduzione del danno nei vari fumatori, ma in ambito di fumatori asmatici ci sono ancora pochi dati, ed è proprio da ciò che è nato il nostro studio di ricerca. Volevamo capire se, ed in che misura, il vaping potesse risultare un utile strumento di riduzione del danno anche per tutti quei fumatori di sigarette tradizionali affetti da asma bronchiale. Ma, prima di spiegare i dettagli dello studio che abbiamo svolto, è necessario fare un piccolo passo indietro e spiegare ai lettori cosa sia l’asma.
Si tratta di una malattia molto eterogenea, caratterizzata generalmente da un’infiammazione cronica delle vie aeree. È definita da una storia di sintomi respiratori particolari, tra cui il respiro sibilante, la dispnea (difficoltà nel respirare), sensazione di costrizione toracica e/o tosse che variano nel tempo e in intensità, insieme a una variabile limitazione del flusso d’aria in espirazione. È una patologia che colpisce fino al 16% della popolazione globale ed ancora oggi, anche nelle cronache italiane, sono riportati decessi per crisi asmatiche acute in persone con un’asma non perfettamente sotto controllo.
I pazienti asmatici che fumano tabacco hanno un’asma più difficile da controllare, con esacerbazioni più frequenti, più ricoveri in ospedale e, inoltre, sperimentano un declino più rapido della funzionalità polmonare, oltre che un aumento del rischio di morte rispetto alle persone asmatiche che non fumano. Possono avvenire, in queste persone, dei rimodellamenti irreversibili nelle pareti dei bronchi, che portano ad un peggioramento della funzionalità polmonare e quindi del respiro. Infine, nelle vie aeree degli asmatici fumatori, si può avere una predominanza d’infiammazione mediata da specifiche cellule, che sono scarsamente responsive al trattamento corticosteroideo inalatorio (il farmaco più importante per ottenere il controllo dei sintomi asmatici).
Il dibattito scientifico sulla sicurezza delle sigarette elettroniche è ancora aperto. Noi crediamo che il vaping, sebbene non sia “aria di montagna” e non esistano dati complessivi e univoci sulla salute dei soggetti svapatori, possa essere un utile metodo di riduzione del danno. Crediamo anche che l’impegno della comunità scientifica mondiale debba essere quello di affrontare seriamente l’argomento (il che vuol dire con una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile) e fornire sempre più risposte ai tanti quesiti sul grado di sicurezza di questi dispositivi in tutte le persone che le usano.
Attualmente sono sempre di più gli studi volti a valutare il profilo di sicurezza del vaping nella popolazione generale, ma le ricerche mirate su popolazioni speciali, come gli asmatici, sono ancora poche. Il nostro lavoro era volto, quindi, a comprendere il ruolo del vaping come metodo di riduzione del rischio dei danni fumo correlati, peggioramento della qualità di vita e sulle riacutizzazioni della sintomatologia nei pazienti affetti da asma bronchiale.
Per questo progetto abbiamo utilizzato due metodi di raccolta dati differenti: uno, mediante l’uso di un questionario diffuso tramite le più usate piattaforme di social network, mirato a valutare il grado di percezione soggettiva della qualità di vita e di malattia degli asmatici che hanno partecipato e l’altro, atto a valutare lo stato di funzionalità respiratoria oggettivabile mediante prove di funzionalità respiratoria effettuate in ambulatorio. Tutti i pazienti arruolati erano ex fumatori, attualmente fruitori esclusivi di e-cig.
I partecipanti totali arruolati nello studio sono stati 2842, rispettivamente divisi in due gruppi: nella survey online sono stati in totale 2787, dei quali 631 erano asmatici. Nell’altro gruppo, quello dedicato all’osservazione diretta presso il nostro centro, si sono invece sottoposti 55 volontari, fra cui 15 affetti da asma. Del primo gruppo di 631 asmatici però abbiamo dovuto escludere 249 persone, in quanto oltre alle e-cig continuavano anche ad usare sigarette tradizionali. Lo stesso è avvenuto nel secondo gruppo, in cui dei 15 asmatici visitati, 5 sono stati esclusi dalle analisi in quanto utilizzatori duali. Al finale abbiamo quindi analizzato 392 persone, 10 presso il nostro centro e 382 dal questionario online.
Le visite che abbiamo effettuato ai volontari arruolati nel secondo gruppo prevedevano diverse prove di funzionalità respiratoria, oltre che la compilazione di diversi questionari convalidati a livello internazionale, sullo stato attuale della propria asma. I risultati che abbiamo ottenuto sono in effetti molto interessanti: il 90% dei vaper analizzati ha dichiarato che l’uso della sigaretta elettronica non ha peggiorato loro i sintomi dell’asma e il 98,4% raccomanderebbe ai fumatori asmatici di passare dalla sigaretta tradizionale, all’e-cig.
Pur essendo di piccole dimensioni, il secondo gruppo ha mostrato come i fumatori asmatici passati al vaping abbiano registrato miglioramenti significativi in tutti i parametri presi in considerazione (Asthma Control Questionnaire, Asthma Control Test, 36-Item Short Form Survey), mentre le funzioni polmonari sono rimaste stabili (il che vuol dire, in effetti, che non sono peggiorate). Perciò, quasi tutti i pazienti asmatici ex fumatori raccomanderebbero il passaggio all’e-cig. Svapare non ha dato loro un peggioramento dei sintomi e, inoltre, il passaggio dal fumo di sigaretta al vaping ha determinato un miglioramento nel controllo dell’asma e della qualità della vita, senza influenzare i test sulle funzioni polmonari. Ovviamente, questo è un numero piccolo, purtroppo legato anche alla difficoltà nel reclutare diversi vaper in un contesto piccolo come quello di un’isola. Di conseguenza, i risultati di questo lavoro vanno necessariamente arricchiti ed approfonditi con studi ulteriori, con casistiche maggiori e, possibilmente, con tempi maggiori di follow-up.
L’argomento vaping e riduzione del danno è per noi molto stimolante. Riteniamo che ci sia tanto da studiare e da approfondire e vorremmo continuare a lavorare in questa direzione, soprattutto per fornire alla letteratura scientifica e a tutti gli utilizzatori di sigarette elettroniche, maggiori risposte in fatto di salute e sicurezza.
Per questo motivo abbiamo realizzato una nuova survey online, con il fine di ottenere dati più ampi sulla salute degli svapatori, questa volta anche non asmatici. A tal proposito invitiamo quindi tutta la comunità dei lettori di Sigmagazine, desiderosi di partecipare a questa raccolta dati, a dedicare due minuti di tempo e compilare il nostro nuovo questionario e, eventualmente, aiutarci a diffonderlo il più possibile. In ambito medico e statistico, un campione numeroso è più significativo, quindi più parteciperanno alla raccolta dati, meglio sarà per lo studio, indubbiamente. Speriamo che vogliate contribuire a questo nostro progetto. Non bisogna dimenticare che per poter comprendere un fenomeno bisogna studiarlo in maniera scientifica ed oggettiva, per cui è fondamentale che nascano sempre più studi sull’argomento, al fine di chiarirne quanto più possibile tutte le sue sfaccettature e definirne sempre più chiaramente il grado di sicurezza.

(tratto dalla rivista Sigmagazine #19 marzo-aprile 2020)