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Avrebbe potuto e dovuto essere un incontro di chiarimento, in cui l’Agenzia delle Dogane e Monopoli avrebbe potuto fornire spiegazioni e porre fine ai molti dubbi che ancora assillano gli operatori del comparto della sigaretta elettronica. La Legge di bilancio, come è noto, ha demandato al direttore Marcello Minenna la riscrittura delle regole e delle modalità di immissione sul mercato dei prodotti liquidi da inalazione. Le nuove disposizioni sono probabilmente già pronte ma rimangono ben custodite in un cassetto di piazza Mastai. L’occasione di oggi poteva essere quindi un momento importante di chiarimento, di confronto e di ragguagli. E invece, per la terza volta in un mese, l’Agenzia si è limitata riportare sul cahier de doléances gli interventi di produttori e negozianti. Non fornendo risposte ai tanti dubbi legittimi che sono state posti dai partecipanti: tutte le associazioni della filiera del vaping e del tabacco, tutte le multinazionali, molti commercianti in rappresentanza della loro attività.
Dubbi condivisi praticamente da tutti: riserve sulla data del primo aprile come giorno d’inizio della fascettatura dei liquidi, riserve sul periodo di smaltimento delle scorte; riserve sulla modalità di vendita di liquidi all’estero; riserve sulla reale possibilità di bloccare il contrabbando; riserve sui prodotti che rimarranno esclusi dalla prevalenza. Questioni prioritarie che però, ancora una volta, rimangono senza risposta.
Perfino l’unica novità descritta dal direttore Minenna è riuscita a suscitare le perplessità della filiera. I contrassegni da apporre sulla scatola o sul flacone potranno essere di tre colori: blu per i prodotti con nicotina; verde per i prodotti senza nicotina; rosso per i prodotti destinati all’estero. Ma, visto che l’Italia non è l’unico Paese che ha deciso di fascettare i liquidi, come potranno essere applicate due differenti contrassegni? E lo Stato estero potrebbe inoltre considerare il simbolo italiano una sorta di contraffazione dell’etichettatura?
Ad ogni buon conto, anche questa volta l’Agenzia ha comunicato “aver preso nota e di riservarsi di rispondere“. Insomma, in circa 40 minuti di riunione – anzi, per meglio dire di ascolto, i rappresentanti della filiera della sigaretta elettronica non hanno ottenuto alcuna risposta. Anzi, sono usciti con addirittura qualche dubbio in più. Il primo aprile, intanto, è sempre più vicino.