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Con l’Happy Casa Brindisi va a canestro anche la sigaretta elettronica

I cestisti Raphael Gaspardo, Mattia Udom e Riccardo Cattapan raccontano la loro esperienza di svapatori e sportivi professionisti.

È la squadra rivelazione del campionato A1 di basket. Sta affrontando con successo i quarti di finale dei play off, avendo già vinto le prime due gare contro Treviso e stasera è prevista Gara 3. Ma non siamo una testata sportiva quindi, di questo, noi non parleremo. Si tratta anche dell’unica squadra tra le quindici della Lega a rappresentare il Sud Italia. Ma anche questo, per noi di Sigmagazine, è un fatto secondario pur riconoscendone la particolarità. Parleremo invece dell’Happy Casa Brindisi perché, fatto più unico che raro, ha un roster unico nel suo genere, composto in maggioranza da svapatori. Già: sportivi professionisti che utilizzano quotidianamente la sigaretta elettronica.

Mattia Udom mentre firma la dedica per i lettori di Sigmagazine

Ci diamo appuntamento con tre campioni della Happy Casa Brindisi in un punto vendita del centro cittadino a pochi passi dalla stazione ferroviaria. Nonostante l’altezza, i connotati non nascondono la giovane età. E, ad essere sinceri, neppure la timidezza. Raphael Gaspardo, 27 anni, porta il numero 10 sulla schiena, è una ala di 207 centimetri. Sportivamente nasce a Treviso e, dopo aver calcato i palazzetti di Jesi, Cremona, Pistoia e Reggio Emilia, approda a Brindisi. Dall’Under 16 alla nazionale maggiore, ha indossato tutte le canotte azzurre. Nel 2017 ha vinto lo Slam Dum Contest, la gara di schiacciate che annualmente si tiene in occasione delle Final Eight. Riccardo Cattapan, piemontese di Alba, la città del tartufo, ha 23 anni e l’imponente altezza di 213 centimetri. È considerato tra i più promettenti giocatori italiani della nuova generazione. Mattia Udom, 27 anni, è una ala di 2 metri, all’attivo uno Coppa Italia e una Supercoppa, entrambe conquistate giocando con Mens Sana Siena rispettivamente nel 2011 e nel 2013; a Brindisi dall’inizio di questa stagione.

Mattia Udom e Raphael Gaspardo durante un momento dell’intervista

Togliamo la mascherina solo per esigenze fotografiche, mantenendo le debite distanze di sicurezza. Il primo a rompere il ghiaccio è Gaspardo che tiene a puntualizzare: “Non ho mai fumato in vita mia. Anzi, mi ha sempre schifato anche solo sentire l’odore del fumo”. E allora perché la sigaretta elettronica? “Perché, al contrario mi piace il sapore. Mi piacciono i gusti, provare e riprovare nuovi aromi”. Nessuno di loro è originario di Brindisi, quindi spesso trascorrono la serata insieme. Giocando alla playstation e svapando. Gaspardo preferisce “i gusti fruttati. Ad altri miei compagni invece piace cambiare oppure i gusti cremosi. Questo tra gli italiani perché invece i miei compagni americani preferiscono la shisha, il narghilè”. Udom ha una passione per le miscele composite: “In questo momento – dice – sto svapando un biscotto alla vaniglia e pera”. Ha un palato sicuramente più esotico l’albese Cattapan che carica il suo atom con un liquido “al fico d’India, papaya e lime, rigorosamente senza nicotina”. I liquidi per sigarette elettroniche, insomma, per dirla con le parole usate da Udom, “sono come un drink, alla sera ne scegli uno e lo consumi insieme agli amici. E non ho mai avuto problemi di fiato o di salute in genere”.

Riccardo Cattapan con il direttore di Sigmagazine Stefano Caliciuri

Eccola la parola tanto attesa: salute. Se mantenerla sotto controllo per una persona comune è importante, per un uno sportivo lo è ancora di più, perché preservarla al meglio fa parte del proprio bagaglio professionale. “Negli anni – puntualizza Gaspardo – si è evoluta sia la tecnologia delle sigarette elettroniche che la sicurezza e la qualità dei liquidi. Penso che non si possa fare alcun paragone con il tabacco tradizionale perché il danno che quest’ultimo causa ai polmoni e al fisico in generale è infinitamente maggiore”. Cattapan aggiunge un ulteriore elemento. “Lo dico per esperienza: sino a qualche tempo fa dopo l’allenamento o nel giorno libero qualche sigaretta la fumavo. Lo consideravo un gesto liberatorio per rilassarmi. Con la sigaretta elettronica sono riuscito a liberarmi anche di quelle poche che fumavo”. Vantaggi riscontrati anche sul fiato? “La mancanza di fiato dipende anche da quante sigarette si fumano; più ne fumi e peggio stai. Devo dire che invece con la sigaretta elettronica non ho notato nessuna differenza, non mi fa praticamente niente”. “Se fumi – aggiunge Udom – anche il medico della società se ne accorge subito. E più ne fumi, maggiore sarà la difficoltà a respirare in situazione di sforzo. Con la sigaretta elettronica questo non avviene. Alla lunga non so dire se qualcosa sentirò, ma finché viene usata con attenzione non fa alcuna differenza, è come non fumare”.
L’obiettivo stagionale dichiarato è di riuscire a raggiungere la qualificazione ai play off e andare avanti il più possibile.  Visti i risultati sul campo, l’Happy Casa Brindisi come minimo arriverà a giocarsi la semifinale scudetto.  Ma per la verità, gli occhi scintillanti di questi tre ragazzi poco più che ventenni fanno trasparire anche un altro grande sogno: per scaramanzia preferiscono non dirlo ma significherebbe entrare nella storia della città di Brindisi. Intanto, nella storia del vaping italiano sono già entrati. A testa alta, anzi, altissima.

(intervista tratta da Sigmagazine #26 maggio-giugno 2021)

 

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