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Campagna globale Oms 2023: “Coltivare cibo non tabacco”

Annunciato il tema della Giornata mondiale senza tabacco. L'Italia è il primo produttore europeo per quantità di prodotto greggio.

Una crisi alimentare globale sta crescendo alimentata da conflitti, cambiamenti climatici, impatti della pandemia di Covid-19 e dagli effetti a catena della guerra in Ucraina che determinano l’aumento dei prezzi di cibo, carburante e fertilizzanti. La coltivazione e la produzione di tabacco comportano danni ecologici globali e cambiamenti climatici a lungo termine e svolgono un ruolo cruciale nel determinare il futuro dell’agricoltura e della sicurezza alimentare”, così l’Oms annunciando la campagna globale del 2023 per la Giornata mondiale senza tabacco. Si vorrebbe, dunque, sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sulla necessità di abbandonare le coltivazioni del tabacco a favore di prodotti destinati all’alimentazione.
Attualmente, il tabacco viene coltivato in oltre 125 paesi come coltura da reddito, su un’area stimata di 4 milioni di ettari. L’Italia è il primo produttore di tabacco greggio dell’Unione europea, con una quota del 27% e volumi complessivi intorno a 50.000 tonnellate; anche se la tabacchicoltura è diffusa oggi in nove regioni, dal nord al sud della penisola, il 97% del tabacco viene coltivato in sole quattro regioni; la Campania, l’Umbria, il Veneto e la Toscana; in Italia vengono coltivate tutte le varietà di tabacco, ad eccezione dei tabacchi Orientali, prodotti solo in Grecia e Bulgaria. Gli altri Paesi produttori Ue, in base ai volumi, sono: Spagna, Polonia e Grecia (tutti tra il 15% e il 16%), Bulgaria (9%), seguiti da Croazia, Francia, Germania e Ungheria (tutti tra il 3% e il 5%), produzioni minori sono registrate in Romania e in Belgio.
È in questo scenario che l’Oms vuole incoraggiare “i governi a porre fine ai sussidi per la coltivazione del tabacco e utilizzare i risparmi per programmi di sostituzione delle colture che migliorano la sicurezza alimentare e la nutrizione. La campagna mirerà anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sui modi in cui l’industria del tabacco interferisce con i tentativi di sostituire la coltivazione del tabacco con colture sostenibili, contribuendo così alla crisi alimentare globale“. “L’industria del tabacco – commenta Ruediger Krech, direttore dipartimento promozione della salute dell’Oms – sta utilizzando i mezzi di sussistenza degli agricoltori creando gruppi di facciata per fare pressioni contro i cambiamenti politici volti a ridurre la domanda di tabacco. Dobbiamo proteggere la salute e il benessere degli agricoltori e le loro famiglie, non solo dai danni della coltivazione del tabacco, ma anche dallo sfruttamento dei loro mezzi di sussistenza da parte dell’industria del tabacco“.

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