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Adm messa al muro da un negoziante di sigarette elettroniche

Il Tar del Lazio accoglie il ricorso di Tihomir Stefanovic: irragionevole ritirare l'autorizzazione perchè cittadino extracomunitario.

Un piccolo negoziante della provincia italiana mette all’angolo l’Agenzia delle Dogane, Accise e Monopoli e la costringe ad annullare un provvedimento “irragionevole”. A impersonare il biblico Davide che è riuscito a sconfiggere Golia è stato Tihomir Stefanovic, titolare di un punto vendita di sigarette elettroniche di Thiene, nel vicentino. Il suo lavoro era a rischio perché le regole introdotte d’imperio da Adm prevedevano che un cittadino extracomunitario non potesse essere titolare di una autorizzazione alla vendita di prodotti liquidi da inalazione. Una norma che avrebbe cancellato un’attività creata e mantenuta con sacrificio in anni di duro e onesto lavoro. E allora non ci ha pensato due volte: nonostante avesse già in itinere la richiesta di cittadinanza italiana, ha voluto che l’ultima parola fosse data alla Giustizia amministrativa. A cui, infatti, sono bastati pochi mesi per decidere che la determinazione direttoriale Adm 92923 del 29 marzo 2021 contiene elementi di irragionevolezza “nella misura in cui, senza esercitare minimamente la discrezionalità assegnata, introducono la prefata parificazione in modo immediato, e senza tenere in debita considerazione la posizione consolidata di quanti, come il titolare della ditta ricorrente, si trovano nella condizione di volere ottemperare alla sopravvenienza regolamentare, non essendo tuttavia nella loro piena disponibilità il conseguimento del richiesto status”. Insomma, se per ipotesi il ricorso non fosse stato accolto, per stessa scrittura del Tar Stefanovic “sarebbe sostanzialmente privo di strumenti di tutela, dal momento che il procedimento per la concessione della cittadinanza è in corso, senza che l’inerzia della p.a., per quanto già chiarito, sia minimamente stigmatizzabile”. Ma non basta. Il presidente Riccio (sezione seconda del Tar del Lazio) entra ancora più nel dettaglio, allargando la motivazione a concetti politici di equità: “L’applicazione, senza differimento temporale, del requisito della cittadinanza di uno Stato europeo, finisce dunque per comprimere in modo rigido e implacabile la posizione di quanti, in virtù di pregresse autorizzazioni, esercitano l’attività di rivendita di sigarette elettroniche, confidando nella prosecuzione dell’attività e non potendo ottemperare al nuovo requisito in modo autonomo, con conseguente radicale estromissione dal mercato di riferimento. La configurazione adottata dall’Agenzia sul punto eccede dunque la stessa finalità preventivata dal legislatore, al quale, se non poteva dirsi estranea, come detto, la finalità di tutelare in modo più efficace la salute pubblica e gli interessi della categoria, non può nondimeno attribuirsi lo scopo di determinare la generale ed immediata estromissione dal mercato delle imprese rette da titolari extra-UE”. D’altra parte, se il legislatore avesse voluto estromettere dall’imprenditoria nazionale i cittadini extracomunitari, “non avrebbe certo demandato alla pubblica amministrazione” (in questo caso ad Adm) di introdurre la disciplina di riferimento, “né si sarebbe limitato ad individuare “criteri” per il successivo esercizio della potestà regolamentare in capo all’ente, ma avrebbe introdotto norme immediatamente precettive”. Da parte del Tar, dunque, un atto di “giustizia giusta e di buonsenso” che ripara a un errore amministrativo grossolano ma fortemente discriminatorio.
Tihomir Stefanovic è stato rappresentato dagli avvocati Dario De Blasi e Alberto Gava.

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