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La seconda “svapo-vita” di Massimiliano Begotti

Conosce il mercato statunitense come pochi, merito anche della sua intensa attività di promozione del marchio EnjoySvapo con cui collabora in qualità di responsabile commerciale. Dopo un’esperienza negativa da negoziante, Massimiliano Begotti ha deciso di passare dall’altra parte della barricata: non più rapporto diretto con il pubblico ma con i rivenditori. E in questa dimensione ha ricostruito la sua seconda vita nel settore. La sua mission? Osservare, apprendere, riportare. Perché soltanto osservando gli altri si può crescere.Associando però sempre anche l’impegno a salvaguardia degli interessi dell’intera categoria, prima con la creazione di un gruppo d’opinione (Svapatori Uniamoci) poi come portavoce di Life-Contribuenti, attraverso cui è riuscito a difendere le istanze del fumo elettronico in sede istituzionale. Begotti, dunque, non è un commerciante tradizionale da scrivania ma un portatore di istanze, sia aziendali che collettive, l’importante è che siano a sostegno della categoria. Recentemente è stato ospite di varie fiere internazionali, tra cui Londra e Las Vegas. E a breve sarà a Miami.

Ma quanto è importante per un’azienda partecipare alle fiere ed ai raduni internazionali?
E’ fondamentale. Le cito l’esempio dell’esperienza a Las Vegas. Dal nostro punto di vista il risultato è stato a dir poco eclatante, la nostra linea aromatica è stata accolta molto favorevolmente dal pubblico a stelle e strisce tanto da stringere immediatamente accordi con grossi distributori su tutto il territorio degli States. Riteniamo sia molto importante per realtà come la nostra partecipare a questo tipo di eventi perché, come in tutti i settori, la pubblicità è l’anima del commercio e queste fiere riescono a farti conoscere nei mercati in cui noi crediamo molto, statunitense su tutti. Non a caso, dopo Las Vegas saremo a Miami.

Come sono stati accolti i prodotti italiani?
In questo momento, si stanno affacciando sul panorama nazionale tanti nuovi produttori: molti esteri tra cui soprattutto i francesi hanno decisamente fatto un decisivo passo in avanti. Devo ammettere che i nostri consumatori stanno avvicinandosi anche a nuovi gusti, tutti molto “americani” e questo sta facendo un po’ di ombra al made in Italy. Cosa che va in controtendenza rispetto al mercato americano, dove invece è il made in Italy ad essere molto richiesto. Ma forse per entrambi i casi vale il detto che l’erba del vicino è sempre più verde.

C’è un prodotto che avrebbe voluto sottrarre alla concorrenza e far vostro?
Sicuramente il Red Astaire, visto quanto viene apprezzato e venduto in tutto il mondo.

Quali sono le maggiori differenze tra il mercato statunitense e il mercato italiano?
Schermata 2015-05-29 alle 12.20.58Sono differenze molto profonde. Negli Usa lo svapo è una moda: i ventenni che vi ruotano attorno lo stanno veicolando in modo eccezionale. Negli Stati Uniti questo mercato non è destinato a chi vuol smettere di fumare, lo svapo non è considerato un sostituto delle sigarette, ma più semplicemente come un mondo del tutto nuovo a cui i giovani si avvicinano perché piace, piacciono i gusti, la libertà di utilizzo e soprattutto i nuvoloni del cloud chasing. Tanto che durante i vape fest organizzano concorsi a premi per chi riesce a fare le “evoluzioni” più belle o le coreografie più simpatiche. Noi invece siamo “fossilizzati” solo sul discorso risparmio e salute e probabilmente così facendo ci siamo messi contro due giganti come le aziende del tabacco e le case farmaceutiche che non ci hanno pensato due volte a travolgerci soprattutto con campagne di stampa mirate.

Però, nonostante questo, sul fronte legislativo l’Italia è ben più avanti degli Usa…
Sì, il nostro settore è decisamente più avanti a livello normativo rispetto agli States. Tanto è vero che la Fda sta pensando di adottare molte delle misure di sicurezza che l’Italia e l’Europa hanno introdotto e stanno per introdurre nei nostri mercati. Almeno su questo siamo da esempio.

Rimanendo in materia legislativa, cosa ne pensa della recente sentenza della Corte Costituzionale?
Ha di fatto riaperto i giochi stralciando la posizione dei liquidi a zero nicotina, cosa che peraltro è già prevista dalla futura Tpd. Inoltre abbiamo avuto pienamente ragione sui devices. Questa sentenza ci permetterà sicuramente di avere un’arma in più soprattutto per quanto concerne i nuovi ricorsi al Tar che sono stati presentati anche quest’anno sulla legge che ci vede nuovamente coinvolti. Ma ormai siamo convinti che i liquidi a zero nicotina non potranno mai più essere tassati.

Sono molti gli esercenti che, nonostante l’obbligo, non applicano la tassa. E’ una scelta legittima oppure destabilizzano il mercato?
Difficile poter dare un giudizio tecnico, in quanto non avendo più un negozio di ecig non sono nella posizione adatta per poter emettere un giudizio. Ho però un’opinione personale: se tutti, e per tutti intendo tutta la filiera, lo scorso due gennaio (giorno in cui è entrata in vigore la tassa 2015, ndr) avessimo applicato l’imposta, oggi avremmo dati molto più reali su cui poter fare dei programmi anche a lungo termine. Invece l’incertezza legislativa sta giocando nuovamente a nostro svantaggio con negozi che si trovano a dover competere con chi non ha ancora adeguato i prezzi. Tutto questo fa sì che in tanti stiano soffrendo la situazione rendendo il tutto molto instabile oltre che di difficile previsione.

Come immagina il mondo dello svapo tra dieci anni?
Ho poche certezze nella vita ma su questo penso di averla: lo svapo è il futuro e noi ci saremo. Magari un po’ malconci, ma ci saremo. E saremo una solida realtà, rappresentando un prodotto e uno stile di cita che ritengo,. Dopo il cellulare, una delle invenzioni più importanti dell’ultimo secolo.

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