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Contrabbando: se il silenzio è complice, l’ignavia è assassina

Magnus Eunson, un distillatore clandestino delle Isole Orcadi e fondatore della distilleria Highland Park, soleva nascondere il prodotto dei suoi alambicchi in chiesa perché sperava di aggirare i controlli governativi. Un giorno però, saputo che gli esattori erano intenzionati a violare la casa del Signore, nascose il suo whisky in una bara e organizzò un finto funerale. Non solo. Per scoraggiare i controlli dei solerti esattori, disse che l’estinto era morto a seguito di vaiolo. La scusa fu efficace e lo salvò dalla sicura sanzione.
Eunson riuscì sempre a cavarsela, tanto che un giorno decise di uscire allo scoperto, regolarizzarsi e, complice anche la fine del protezionismo, riuscì a diventare tra i più importanti produttori di whisky. Ma cosa sarebbe accaduto se fosse stato scoperto? Proiettiamolo nell’Italia di oggi. La legge dice che chiunque fabbrica clandestinamente alcol o bevande alcoliche è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa dal doppio al decuplo dell’imposta evasa. La multa è commisurata, oltre che ai prodotti complessivamente ultimati, anche a quelli che si sarebbero potuti ottenere dalle materie prime in corso o in attesa di lavorazione, o comunque esistenti nella fabbrica o nei locali in cui è commessa la violazione. Inoltre, quando tre o più persone si associano allo scopo di fabbricare clandestinamente alcole o bevande alcoliche, ciascuna di esse, per il solo fatto dell’associazione, è punita con la reclusione da tre mesi ad un anno. Queste sono le regole cui devono sottostare tutti i produttori di superalcolici, bene di consumo soggetto ad accisa e deposito fiscale. Tanta severità è dovuta anche ad evitare abusi e l’immissione sul mercato di prodotti non certificati. Schermata 07-2457208 alle 19.48.40Nel caso dei distillati i controlli sono severi, anche perchè una distillazione o una fermentazione non corretta potrebbe nuocere gravemente alla salute del consumatore. Inoltre vi sono anche problemi legati agli ingredienti utilizzati. Lo scandalo del vino al metanolo è ancora vivo nel ricordo delle generazioni nate prima degli anni ’80. Ultimamente sta prendendo molto piede in Italia il vezzo di produrre la birra dentro le mura di casa. Il prodotto finito può anche dare soddisfazione, magari bevuto tra amici. Ma non si può vendere. Vigono le regole di cui sopra.
Analogo ragionamento dovrebbe valere anche per i liquidi per ecig. Ognuno è libero di farseli a casa propria; ognuno d’altronde è consapevole degli eventuali rischi che corre. Il problema è quando questo qualcuno produce per altri e immette i suoi miscugli sul mercato clandestino. Magari giocando proprio sul risparmio economico che, si sa, di questi tempi non è cosa da poco. Questo si chiama contrabbando. Un reato. Non solo perché evade le tasse ma anche perché immette in circolazione un prodotto di cui nulla si sa. Non è tracciata la provenienza delle materie prime, non si conoscono gli ingredienti, l’etichettatura (quando presente) è posticcia o scritta a penna o semplicemente redatta con un banalissimo programmino di fotocomposizione. Il contrabbando non fa male soltanto alle casse dello Stato, fa male principalmente all’intero settore. Una partita “tagliata male” che diventa di dominio pubblico va a influire negativamente su tutti i produttori e i distributori corretti; un avvelenamento da nicotina andrà a stringere ulteriormente le manette attorno i polsi del settore ecig.
Schermata 07-2457208 alle 19.45.51Che social network come Facebook o forum di dibattito vengano utilizzati per compravendere illecitamente liquidi casarecci (con relativi listini prezzi e modalità di pagamento) è inaccettabile. Ma è inaccettabile anche il silenzio di tutti coloro che si sentono colpiti in prima persona e non fanno niente. E’ inaccettabile la complicità di chi acquista sapendo di star commettendo un illecito e sapendo di andare a “riempire le tasche” di qualcuno che si sente furbo, essendo però solo un furbastro. E’ inaccettabile la plateale esposizione di un listino prezzi casalingo; è inaccettabile la transanzione di denaro attraverso una carta prepagata; è inaccettabile la vendita a chiunque, minori compresi, purché “pagare moneta”. E’ inaccettabile il silenzio nonostante tutti dicano di sapere nomi, cognomi, indirizzi, tariffe, cantine di miscuglio. Tutto questo è inaccettabile. Se il silenzio è complice, l’ignavia è assassina.

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