L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

Il Governo stacca la corrente agli shop online

Al Senato è in discussione un provvedimento, già adottato alla Camera, che potrebbe destabilizzare il mercato on line italiano. E, di riflesso, anche gli shop che si occupano di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione. Il Ddl interviene sulla regolamentazione degli orari di apertura dei negozi, prevedendo al momento lo stesso trattamento anche per i siti di ecommerce che dovranno obbligatoriamente tenere chiuso per almeno dodici giorni all’anno.  Schermata 07-2457213 alle 16.27.04Il paradosso è che all’articolo 1 del testo di legge, ovvero dove compaiono le attività commerciali non toccate dal provvedimento, non vengano citati neppure i distributori automatici. Anche in questo caso la fretta è stata cattiva consigliera del legislatore: pur di mettere mano a regolamenti e leggi non si è accorto della lacuna che lo stesso provvedimento ha insita: come si possono abbassare le serrande di distributori automatici e siti on line? Togliendo la corrente? Oscurando il sito nei giorni di festa? Alla base, purtroppo, anche questa volta c’è la faciloneria con cui il legislatore approccia ogni novità cui vuol mettere mano. Ma c’è anche un altro problema. I grandi rivenditori italiani, tra cui Yoox hanno già fatto sapere che l’imposizione di chiusura dei siti italiani porterebbe il cliente italiano a rivolgersi ai siti esteri.
Secondo i dati Istat il giro d’affari nel 2014 valeva 13,3 miliardi di euro, ben lontani però da Paesi come Francia, Germania e Gran Bretagna, dove il mercato digitale vale poco meno di 80 miliardi di euro.  Concommercio, attraverso una nota stampa, fa sapere però di essere in linea con il testo della legge: “Le nuove disposizioni lasciano intatta la libertà degli esercenti di restare aperti anche 24 ore al giorno. Quello che verrebbe introdotto è soltanto l’obbligo di chiusura nelle 12 festività nazionali, sei delle quali potrebbero tuttavia essere sostituite dagli esercenti con altrettanti giorni a loro libera scelta. Ci sembra una regolamentazione minima”.

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