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E-liquid, ricercatori contestano la classificazione

I liquidi contenuti nelle e-cig non sarebbero ”altamente nocivi” come prevede la classificazione Europea. Emerge dallo studio eseguito da Bibra, fra le maggiori società di consulenza tossicologica, e commissionato dall’associazione Ecita, che riunisce i produttori britannici di e-cig. La revisione è stata curata da un gruppo internazionale di cui fa parte anche l’italiano Riccardo Polosa, docente presso l’università di Catania e componente del gruppo di lavoro del ministero della Salute sulle e-cig. Lo studio mostra l’errore della classificazione dei liquidi, che secondo il regolamento CLP relativo all’etichettatura e all’imballaggio, sono stati inseriti in categoria 2 (tossica) o 3 (da attenzionare), accanto a sostanze altamente pericolose, al pari di stricnina o formaldeide. Secondo il nuovo rapporto, i liquidi sarebbero invece da inserire nella categoria di rischio 4, insieme con i comuni detersivi. Di conseguenza, secondo i ricercatori, la stragrande maggioranza dei liquidi, o almeno quelli con concentrazioni di nicotina sotto 25mg/ml o 2,5 per cento, non richiede alcun tipo di avvertimento formale di pericolo sull’etichetta.
riccardo-polosa-620x350“Il vapore delle sigarette elettroniche è fino a mille volte meno tossico rispetto al fumo delle sigarette convenzionali”, commenta Riccardo Polosa che, in merito all’analisi aggiunge: “E’ scandaloso che un’istituzione mostri queste sviste. Probabilmente chi ha fatto le precedenti classificazioni non ha considerato il fatto che si tratta di miscele e invece le ha considerate come contenenti nicotina in purezza, al cento per cento”.
“L’allarmismo sconsiderato che ha visto i rischi di e-sigarette equiparati a quelli delle sigarette ha creato due problemi enormi per la salute pubblica” – aggiunge Katherine Devlin di ECITA. “Il primo è che milioni di fumatori sono stati portati ad abbandonare le e-cig e così sono rimasti tutti esposti a massicci rischi del fumo. Il secondo – ha aggiunto – è che l’allarmismo ha portato ad una direttiva europea sui prodotti del tabacco che nel 2016 vieterà tutti i prodotti di e-cig correnti a meno che essi non subiscono costosi test di qualità, quasi fossero medicinali, che comporterebbero un aumento dei prezzi sproporzionato. Ciò porterà a ridurre l’uso del prodotto e a spingere la gente a tornare al fumo, che, nei dieci anni trascorsi dall’arrivo delle e-cig in Europa, è costato la vita di 7 milioni di cittadini. I vaporizzatori, invece, non hanno ucciso nessuno”.

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