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E’ solo una bozza ma è quella definitiva. Quella cioé che sarà discussa dai ministri in occasione del CdM del 12 ottobre. Se passasse così come è scritto sarà un bagno di sangue per un intero settore. Un settore, lo ricordiamo, che negli ultimi tre anni è stato animato da circa 1200 negozi, una settantina di aziende produttrici (grandi, medie e piccole), ha fatturato commesse per oltre 2 miliardi di euro, ha allontanato dal vizio del fumo circa 100 mila persone. Ma ha anche pagato poche imposte, e forse il problema è proprio questo. Ma certamente non per evasione, ma ben più semplicemente perché il legislatore voleva “spennare i polli” e, provando a trovare l’inghippo, è sempre inciampato nella Giustizia. Amministrativa prima, Costituzionale poi. Pubblichiamo qui di seguito il testo che il premier Renzi sarà chiamato ad avallare.
Quello che riguarda più da vicino il settore fumo elettronico è l’articolo 21. Molti sono i controsensi e le ipocrisie di un testo promosso ed emendato probabilmente dalle Big Four. Ognuno è libero di leggerlo e interpretarlo come meglio crede, di fondo c’è un’assoluta certezza: le incongruenze che abbiamo trovato non le palesiamo, anche perchè potranno essere l’ancora di salvezza una volta approvato il Decreto. Per una volta, “deliberare senza conoscere” potrebbe essere d’appiglio per sollevare il problema ma anche aggirare l’ostacolo.