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Con il recepimento e l’introduzione nella normativa italiana delle regole dettate dalla Direttiva europea sui tabacchi, diventano più stringenti le certificazioni sulla sicurezza. Liquidi, device e accessori dovranno sottostare e superare rigorosi controlli prima di poter essere immessi sul mercato. Ma a chi spetta certificare la regolarità e la salubrità di un prodotto e soprattutto scrivere le regole?
Per le sigarette elettroniche il referente a livello comunitario è il CEN, l’organismo europeo di certificazione, il cui membro italiano è l’Ente italiano di normazione (Uni). All’interno di Uni sono rappresentati tutti gli attori del settore che ne facciano richiesta così da poter prendere direttamente parte ai gruppi di lavoro in ambito comunitario, e dunque salvaguardare gli interessi nazionali.
I gruppi di lavoro europei sono organizzati sulla falsariga della stessa Unione europea: i vari rappresentanti degli enti nazionali sono suddivisi in working groups e discutono sulle regole da adottare. I rappresentanti italiani formalmente accreditati sono sette: Andrea Puglisi (gruppi di lavoro Glossary e Requirements and test methods for e-liquids); Mosè Giacomello (Glossary); Marcello Balestra (Requirements and test methods for electronic cigarette devices), Gianluca Giorgetti (Requirements and test methods for e-liquids e Requirements and test methods for electronic cigarette devices), Gennaro Savarese (Requirements and test methods for electronic cigarette devices e Requirements and test methods for e-liquids); Matteo Campestrini (Requirements and test methods for e-liquids), Riccardo Polosa (Requirements and test methods for emissions). Polosa e Puglisi sono stati anche designati come candidati al coordinamento dei rispettivi gruppi di lavoro europei. Se le possibilità per Puglisi sono risicate, discorso inverso è per Polosa, autorevole e referenziatissimo rappresentante della comunità scientifica con buoni margini di divenire coordinatore centrale del proprio gruppo di lavoro.
“E’ importante essere presenti nei gruppi di lavoro europei – commenta lo stesso Polosa – perché in questo modo è possibile partecipare direttamente alla scrittura delle norme che interesseranno il comparto del fumo elettronico. Proprio per questo non so spiegarmi come mai l’Italia sia così scarsamente rappresentata all’interno dell’Ente unico di certificazione“.