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Cloud chasing, ovvero il vaping come lifestyle

di Ezio Troito

Nell’ultimo anno abbiamo assistito ad una vera e propria diffusione di questa naturale evoluzione del vaping, il cloud chasing, che significa “produzione di nuvole”. Dietro questo modo di svapare c’è tutto un mondo, un “dietro le quinte” fatto di passione, conoscenze tecniche avanzate, tanta arte, un vero e proprio lifestyle.

Se vi siete avvicinati da poco allo svapo e avete avuto modo di vedere in rete video e immagini di cloud chaser agguerriti, magari durante un esibizione, una competizione (ultimamente sono sempre più numerose) o più semplicemente in un gruppo social o in forum di settore, vi sarete sicuramente chiesti come sia possibile riuscire a produrre tali quantità di vapore in un solo tiro; avrete magari pensato che questi tizi altro non sono che degli esibizionisti del vaping e che magari con quest’ultimo abbiano in realtà poco a che fare; sicuramente vi sarete anche chiesti a cosa serva, se possa far male e quanto possa essere rischioso.

Dietro il cloud chasing ci sono alcuni punti fermi, delle parole chiave, che bisogna conoscere per farsi un’idea corretta di cosa è e cosa rappresenta  in Italia e nel resto mondo. Per il momento soffermiamoci sulla prima di queste keywords, il lifestyle, quella che davvero rappresenta nell’insieme l’arte del cloud chasing. Questa branca estremamente complessa dello svapo è per molti versi un vero e proprio stile di vita. Esistono gruppi sui social network, forum, vengono organizzati incontri, gare e fiere (oltreoceano) completamente dedicati al cloud chasing.

Schermata 11-2457344 alle 12.00.26Avere l’ultimo tubo, l’ultima box Pwm o l’ultimo atom high ends uscito sul mercato, rientra quasi sempre nello stile del cloud chaser. C’è una leggera nota di esibizionismo dietro la maggior parte dei cloud chasers, soprattutto nei confronti degli altri vapers; bisogna però dire che spesso si tratta semplicemente della voglia di far conoscere quanto lo svapo possa diventare divertente, appagante a livello sensoriale e anche quanto questa pratica possa arricchire sia da un punto di vista culturale, vista la mole di nozioni tecnico-scientifiche che bisogna apprendere prima di arrivare ad ottenere certi risultati, sia da un punto di vista umano, in quanto il cloud chasing, come lo svapo in genere, è spesso uno strumento di aggregazione sociale all’interno delle varie comunità vapers.

Schermata 11-2457344 alle 12.01.30Non fatevi quindi ingannare, tutto questo non è semplicemente moda o esibizionismo: è lyfestyle. Studio, test, ricerca meticolosa del più basso drop voltage di un device, delle migliori prestazioni di un tubo, di una coil (resistenza) con la massima superficie di contatto o del miglior cotone organico (o fibra sintetica) in circolazione: questi sono gli elementi che rappresentano il core del cloud chasing.

A volte tutto questo è fine a se stesso, perché ci si diverte semplicemente provando ogni volta nuovi setup, nuovi device e spingendosi sempre oltre (roba da smanettoni, insomma). Altre volte l’obiettivo è invece quello di raggiungere la configurazione perfetta, quella che più appaga allo svapo e capace di produrre quanto più vapore possibile, cercando al tempo stesso di non penalizzare eccessivamente il gusto, che resta comunque uno dei punti cardine del cloud chasing.

Schermata 11-2457344 alle 12.00.41Perché per quanto se ne dica in giro, l’aroma nel cloud chasing non è assolutamente penalizzato, anzi. La produzione di vapore “esagerata” spesso per un CCer altro non è che una conseguenza; molti trovano maggiore appagamento scendendo con i valori di resistenza delle build (coil, in gergo tecnico) usando fili più spessi e montandole su atom molto ariosi e spinti a wattaggi molto elevati, attraverso tubi meccanici o device elettronici. Tutto questo ha come conseguenza un’enorme produzione di vapore, estremamente più caldo e denso rispetto ad altri sistemi standard (anche perché si usano liquidi ad alta percentuale di glicerolo vegetale) ed è proprio in questo che si trova soddisfazione, a livello di tiro, di sensazione alla gola e di percezione aromatica, sempre per via delle grandi superfici di contatto che si vengono a creare sulle coil (e perché no, diciamolo, anche a livello esibizionistico). Ci sono quindi alcuni tipi di liquidi che si prestano meglio di altri per il cloud chasing, come ad esempio le vaniglie custard e gli aromi dolci in genere, così come ce ne sono altri che proprio non ci vanno d’accordo (i tabaccosi), anche se resta comunque sempre tutto molto soggettivo. Lungi quindi dal continuare a rappresentare questo modus operandi dello svapo come la morte del flavour. Provare per credere, procedendo per step e in tutta sicurezza, ovviamente.

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