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Refill con nicotina, rischi molto contenuti

di Barbara Mennitti

Alle concentrazioni testate nello studio (nicotina 0,8% w/w), il rischio di assorbimento per via cutanea conseguente alla contaminazione durante l’operazione di ricarica della e-cig risulta molto contenuto“. Così il professor Giovanni Maina del Dipartimento di Scienze cliniche e biologiche dell’Università di Torino riassume i risultati di una ricerca da lui coordinata sull’assorbimento cutaneo della nicotina. Ne avevamo dato conto su Sigmagazine poco tempo fa e, visto l’interesse che la questione riveste per tutti i vapers, abbiamo voluto intervistare direttamente il professor Maina.

Come è nato il vostro studio sull’assorbimento della nicotina attraverso la cute?

Schermata 12-2457375 alle 16.46.17Il nostro gruppo di ricerca lavora da tempo nel settore dell’assorbimento percutaneo di sostanze tossiche (per lo più di interesse occupazionale e, negli ultimi anni, a struttura nanometrica). L’interesse nei confronti della nicotina è basato sulla conoscenza ormai storica che la pelle è una via assorbimento per tale sostanza: di qui l’interesse a verificare se la contaminazione accidentale con liquidi di ricarica di e-cig rappresenti un rischio per il vaper e quantificarne l’entità.

È uno studio singolo o si inserisce in un contesto di ricerca più ampio?

Questo studio si inscrive in un progetto più ampio di ricerca: sono in corso esperimenti per valutare il rischio per altre composizioni di liquidi di ricarica con concentrazioni diverse di nicotina. Occorre ricordare, inoltre, che sono in corso studi mirati a valutare la tossicità delle altre sostanze presenti nei liquidi di ricarica.

Ci può descrivere come sono stati condotti i test in laboratorio?

Schermata 12-2457375 alle 16.49.39Si tratta di esperimenti in vitro che impiegano le celle di Franz, in cui la cute umana si frappone tra una fase donatrice (contenente il liquido di ricarica) ed una fase ricevente (soluzione fisiologica). A tempi diversi (2, 4, 6, 8, etc) vengono prelevate aliquote dalla fase ricevente su cui viene quantificata la concentrazione della sostanza passata dalla fase donatrice. Viene poi costruita una curva che esprime la permeazione cutanea della sostanza in esame.

Siete stai i primi ad utilizzare per i test un vero liquido per sigarette elettroniche. Perché secondo lei per studi precedenti si era fatta una scelta diversa?

Il nostro studio è nato osservando che il vaper contamina la cute durante le operazioni di ricarica; gli studi precedenti, invece, erano indirizzati a valutare il passaggio attraverso la cute della nicotina indipendentemente dal veicolo in cui era contenuta.

Quali sono stati i risultati più importanti della vostra ricerca?

Alle concentrazioni testate nello studio (nicotina 0,8% w/w), il rischio di assorbimento per via cutanea conseguente alla contaminazione durante l’operazione di ricarica della e-cig risulta molto contenuto. Non possiamo, invece, dire la stessa cosa in merito alle operazioni di ricarica quando il vaper prepara da sé la ricarica partendo dai componenti base del refill: questa operazione comporta l’acquisto dei componenti in volumi nettamente più elevati rispetto a quelli dei prodotti presenti in commercio. Ne risulta una potenziale contaminazione accidentale con rischio maggiore.

Molti utilizzatori di sigaretta elettronica, che maneggiano quotidianamente liquidi contenenti nicotina, si sono sentiti rassicurati dai risultati del vostro studio. È una lettura corretta?

L’interpretazione è corretta, ma è raccomandabile utilizzare guanti nella manipolazione dei liquidi di ricarica.

I vostri test sono stati condotti utilizzando un liquido contenente 0,8 w/w di nicotina. La velocità di assorbimento della nicotina attraverso la pelle varia a seconda della concentrazione?

Schermata 12-2457375 alle 16.56.35Gli studi sulla permeazione cutanea della nicotina hanno dimostrato che non esiste una relazione lineare tra concentrazioni della nicotina e passaggio percutaneo. I fattori alla base di questo fenomeno sono molti (idratazione della cute e suo ph, etc) ed in parte ignoti, ma la durata del contatto è un elemento che gioca un ruolo importante, probabilmente perché la nicotina si deposita all’interno dell’epidermide.

La normativa che entrerà in vigore il prossimo maggio prevede che si possano commercializzare liquidi contenenti un massimo di 20 mg/ml di nicotina. Lo ritiene un limite giustificato da motivi di sicurezza?

Occorre tenere conto che questi valori si basano su effetti sulla salute quando l’assorbimento della nicotina avviene a livello respiratorio. Considerando i risultati del nostro studio, tale limite sembrerebbe giustificato. Gli esperimenti che stiamo conducendo su refill a differenti concentrazioni di nicotina dovranno confermare queste conclusioni.

Ha un consiglio o un ammonimento per tutti coloro che maneggiano nicotina allo stato liquido?

Oltre all’utilizzo di guanti nelle operazioni di manipolazione dei refill e, a maggior ragione, quando il vaper prepara da sé i liquidi di ricarica, è necessario tenere i refill lontano dalla portata di bambini. Sono stati infatti segnalati negli Usa casi di intossicazione anche grave da nicotina in bambini che avevano ingerito accidentalmente liquidi di ricarica. Lavare la superficie cutanea contaminata, oltre ad essere una ovvia misura di igiene, riduce significativamente la quantità di nicotina che può essere assorbita a causa della contaminazione.

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