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E lo chiamano giornalismo…

Raramente prendiamo posizione. Solitamente è nostro costume prendere atto e riportare. Per scelta non recensiamo prodotti in commercio ma diamo anticipazioni e anteprime su quanto presto sarà disponibile. Per non parlare di quando invece si tratta di divulgare argomenti scientifici. Mai come in quel caso agiamo con i piedi (pardon, con la penna) di piombo. Chi siamo noi per contestare una ricerca scientifica? Possiamo sollevare dubbi o contestare la metologia di scelta del campione, ma certamente non ci eleviamo a censori di questo o quel professore universitario.

Purtroppo non tutti la pensano così. Il brutto vizio del giornalista è di pontificare, di lasciarsi ammaliare dall’intervistato o far propria una posizione solo per apparire più di quello che si è. O per mettere in pratica l’arte della captatio benevolentiae nei confronti dei soggetti di cui si parla. Non è neppure nostro costume attaccare un nostro collega ma questa volta la parzialità e, soprattutto, la disinformazione ci spinge a farlo.

Schermata 01-2457414 alle 20.39.06Giulia Annovi scrive per OggiScienza, una testata che già per il nome dovrebbe essere garanzia di imparzialità. Nei giorni scorsi ha pubblicato gli esiti di un’indagine condotta dalla Doxa in collaborazione con l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano che fin dal titolo non lascia ben sperare: “L’illusione della sigaretta elettronica“. Non vogliamo contestare i dati, anche se riferiti ad una indagine pubblicata nel maggio del 2014, ovvero quando l’ecig era preistoria rispetto ad oggi (e quindi superati da questa e da questa indagine). Contestiamo quanto affermato dalla stessa giornalista e lo facciamo con forza: “Millantata per lungo tempo come alternativa più salutare rispetto al tradizionale tabacco […] la moda della sigaretta elettronica potrebbe dunque essere passata. In alternativa, il declino dell’apparecchio potrebbe essere legato alla sua inefficacia nell’aiutare il fumatore ad abbandonare definitivamente la sigaretta tradizionale”. Niente di più falso, niente di più scorretto, niente di più disinfomativo. Consigliamo all’articolista Annovi di non limitarsi a ripetere parole magari sentite da qualche lobbysta, di Big Farma o di Big Tabacco non fa differenza, ma di verificare prima di scrivere. E’ facile cadere in un tranello. Per darle una mano, le indichiamo qualche utile lettura che le potrebbero servire per il futuro come ad esempio questo lungo elenco di ricerche pro ecig, oppure la decisione del governo inglese, oppure il consiglio di Umberto Veronesi. Oppure un qualsiasi altro dato che sia perlomeno aggiornato al mese scorso. O forse sono concetti troppo basilari per una scuola che si definisce  “superiore di studi avanzati“?
st.cal.

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