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Prezzi e ricavi, è scontro rivenditori-produttori

E’ scontro frontale tra negozianti e produttori. La “questione prezzi” ha scatenato l’ira dei rivenditori aderenti all’associazione Anide che hanno chiesto conto alla dirigenza Anafe circa alcuni comportamenti “non eticamente corretti” di alcuni loro associati.

Schermata 02-2457445 alle 12.33.54Attraverso una lettera aperta, intestata Anide ma scritta in prima persona e al femminile quindi quasi certamente riconducibile alla presidente Elisabetta Robotti, è stato tirato in causa il comportamento commerciale di un associato Anafe. “Ho creduto che, prima di ammettere in Anafe nuovi associati – si legge nella lettera aperta –  valutaste quanto il loro operato fosse conforme alle richieste del vostro statuto e a quello di Confindustria. Oggi, visto che alcuni vostri associati mantengono comportamenti che di tutto sanno fuorché di etico, mi sono riletta il vostro statuto nel testo che i vostri associati sottoscrivono. Per scrupolo, sono andata anche a vedere cosa dicesse il Codice Etico Confederale che certamente sarà stato da voi accettato per poter stare in Confindustria“.

Schermata 02-2457445 alle 12.36.48Fatte queste premesse, seguono le questioni rinfacciate alla dirigenza Anafe. “La vendita sistematica in rete di prodotti ceduti agli utilizzatori finali a prezzi inferiori a quelli applicati dalla larghissima maggioranza di grossisti ai negozianti è eticamente e giuridicamente giustificabile ? “Rubare” il cliente finale ai negozianti, mettendoli in cattiva luce (tanto che sono bollati dai vapers come “ladri”) fa parte del rispetto del Codice etico sottoscritto per essere ammessi alla vostra associazione? Per entrare in Anafe è sufficiente garantire il pagamento delle quote o bisogna avere in mente l’etica, il diritto e la salute del settore?“.

Schermata 02-2457445 alle 12.42.45Anche se non citato direttamente, sotto accusa la politica commerciale della ArcBo, la società fondata e guidata da Arcangelo Bove. Da qualche mese i rivenditori non possono più rifornirsi attraverso lo shop Svapoweb che è invece rimasto ad uso esclusivo dei privati. Contestualmente, Bove ha deciso di non presentarsi più come “distributore e grossista” ma come “rivenditore”. Alla sua attività principale, inoltre, ha affiancato anche la produzione e distribuzione di una sua linea di liquidi e aromi. “Chiedere di limitare la concorrenza: incredibile“. E’ stato il commento di Bove affidato ai social network. Che poi ha ulteriormente commentato: “Io importo in grosse quantità e pertanto ho un prezzo d’acquisto inferiore al vostro (i negozianti, ndr). Voi lo sapete bene in quanto vi siete forniti anche da me e quindi sapete che quando facevo ingrosso avevo i prezzi migliori di tutti. Non è un caso se la mia società slovena ha in database oltre mille negozi italiani che rifornivamo“.

Anafe ha affidato la risposta ad un comunicato stampa, attraverso cui sostanzialmente “se ne lava le mani” poiché la gestione dei prezzi o delle politiche commerciali non rientrano tra i suoi fini istituzionali. Al contrario, la missione di Anafe è la tutela del settore sul fronte politico istituzionale ed in questo ambito auspica piena collaborazione con tutti gli attori del settore. Schermata 02-2457445 alle 13.18.44Il web – si legge sul comunicato – ha ormai da tempo rivoluzionato il commercio, dando al consumatore grande potere contrattuale grazie alla concorrenza globale che ogni singolo venditore (negozio o azienda) trova online. D’altra parte ha permesso ai venditori di abbassare i costi e di fissare spesso prezzi più bassi rispetto ai negozi fisici. E questo accade da anni e in tutti i settori. Anafe Confindustria è un’associazione di imprese i cui fini sono ben elencati, sempre nel rispetto delle leggi vigenti, all’art. 2.3 del proprio Statuto, e tra questi non c’è, non può e non deve esserci alcun ruolo nella fissazione o controllo delle politiche commerciali e dei prezzi. Ciò anche perché si rientrerebbe in fattispecie illegali che in Anafe Confindustria non possono avere spazio. Le difficoltà del mondo ecig, tanto più quelle dei negozianti, a seguito del caos generato dall’attuale “fumosa” normativa, sono purtroppo a tutti note. Per questo Anafe Confindustria auspica che possa essere possibile continuare a mantenere aperto il confronto e – laddove possibile – un’unità di azione in termini di rappresentanza istituzionale, senza farsi condizionare dai rapporti commerciali tra i singoli operatori, aspetto che troppo spesso in passato ha prevalso a danno degli interessi comuni“.

Riceviamo e pubblichiamo:Buongiorno. Che nella “lettera aperta ad Anafe” si facesse riferimento al Sig. Arcangelo Bove è una pura Vs. interpretazione. Che il testo fosse scritto da me, anche. Vi prego di chiarire pubblicamente quanto Vi ho appena scritto. Distinti saluti. Elisabetta Robotti (Pres.te ANIDE)“.

Che siano nostre interpretazioni è ovvio. Come è del tutto evidente che non siano frasi virgolettate attribuite a chicchessia ma riconducibili al pensiero dell’articolista. E’ questa la differenza tra un giornalista che firma e che ci mette la faccia e qualcuno che invece utilizza un simbolo per esprimere opinioni personali. (“Per scrupolo, sono andata anche a vedere…“; Mi sono riletta il vostro statuto…”; “Ho creduto che, prima di ammettere in Anafe nuovi associati…”). Altrettanti distinti saluti, Stefano Caliciuri

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