© Sigmagazine, rivista d'informazione specializzata e destinata ai professionisti del commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica - Best edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - P. Iva 14153851002 - Direttore responsabile: Stefano Caliciuri - Redazione: viale Angelico 78, Roma - Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma al numero 234/2015 - Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017
Mille euro per notificare i prodotti del vaping. E’ quanto dovranno spendere i produttori e gli importatori francesi per poter immettere sul mercato i prodotti del vaping. Il decreto è stato pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale.
La spesa dei mille euro, spiega Charly Pairaud, vicepresidente dell’associaizone dei produttori, è così suddivisa: “Cinquecentocinquanta euro per prodotto a cui devono aggiungersi 120 euro ogni anno per i costi di stoccaggio e analisi delle notifiche. E poi bisogna ancora sommare le spese che ogni azienda dovrà sostenere per le analisi e le certificazioni“. La normativa però presenta una zona d’ombra: la Tpd parla esplicitamente di “prodotti contenenti nicotina” mentre il Decreto francese fa riferimento a “prodotti del vaping“. Secondo la Fivape questi ultimi, tra cui box, batterie e aromi, non dovranno essere soggetti a notifica. Resta ancora da chiarire cosa si intende per “prodotto”: il singolo brand con tutte le sue varie declinazioni della nicotina oppure il singolo liquido? Secondo Pairaud non è chiaro pur essendo una differenza non da poco per le aziende. Un conto è notificare un prodotto e proporlo sul mercato in tre-quattro varianti nicotinizzate; un altro conto è dover notificare tutte le varianti. Il costo verrebbe almeno quadruplicato.
I produttori avranno tempo sino al 1 ottobre per notificare i prodotti che saranno presenti sul mercato a partire dal 1 gennaio 2017. Chi invece notificasse dopo il 1 ottobre dovrà attendere sei mesi prima di poter commercializzare il prodotto, quindi almeno il 1 aprile.
Nei prossimi giorni i produttori incontreranno i vertici del ministero della salute e dell’economia al fine di trovare un punto d’intesa sulle criticità ancora in atto.