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“Dato che gli studi della Commissione hanno dimostrato che ‘svapare’ non è pericoloso, che oltre del 21% degli utilizzatori è riuscito a diminuire il consumo di tabacco e il 14% lo ha abbandonato del tutto (dati di Eurobarometro 2016), la Commissione intende rivedere l’inclusione delle sigarette elettroniche nella Direttiva sul tabacco?”. A porre la domanda in forma scritta alla Commissione europea è l’europarlamentare francese Joëlle Mélin, eletta a Bruxelles nelle liste del Front National. Da medico specializzato Mélin esprime nel preambolo alla sua interrogazione la preoccupazione che la scelta della Commissione possa avere conseguenze nefaste sulla salute pubblica. Si legge infatti nel documento: “Mettere le sigarette elettroniche – che non bruciano né contengono tabacco – nella stessa categoria delle sigarette tradizionali serve solo a dissuadere i fumatori dallo scegliere alternative meno dannose, il che equivale a contraddire l’obiettivo dichiarato della Commissione di proteggere la salute pubblica”.
Mélin sottolinea anche come il contesto economico stia diventando sempre più complesso per chi cerca di fare progressi nell’industria del fumo elettronico a causa del recepimento nei Paesi membri della Tpd, denunciando ancora una volta la stortura di base: “Sebbene le sigarette elettroniche e i liquidi che utilizzano non contengano tabacco, esse stesse e i prodotti ad esse associati sono stati inclusi nella direttiva”. L’interrogazione scritta di Mélin è datata 5 ottobre e al momento è ancora in attesa di risposta ufficiale. Non è comunque la prima volta che esponenti del Front National si espongono a favore del vaping, a cominciare dal presidente Marine Le Pen che ha più volte dichiarato di utilizzare la sigaretta elettronica facendosi anche fotografare in situazioni ufficiali ed istituzionali.