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“Non bastano le ragazze nude e tatuate per dare qualità ad un brand”

Fabrizio Fontana racconta come è nato Il Vaporificio, azienda specializzata in aromi estratti a freddo dalle piante del tabacco. E delinea il futuro del settore in virtù della Tpd e dei nuovi mercati da aggredire.

Cosa fare quando nessuno sa darti una risposta? E soprattutto quando nessuno sa darti quello che vuoi? La risposta è semplice: fare da sè. E’ esattamente quello che ha pensato Fabrizio Fontana quando si è ritrovato a fare i conti con una carenza di fornitori di aromi tabaccosi per sigaretta elettronica. Era il 2012, la sigaretta elettronica stave per vivere il suo primo boom. I negozianti facevano la corsa alla fornitura. Ma spesso dovevano accontentarsi di quello che trovavano. Per accontentare i gusti dei consumatori però non era sufficiente avere “qualcosa”, ma bisogna avere “proprio quello”. Chi chiedeva un tabaccoso non voleva uscire dal negozio con un fruttato. Bisognava accontentarlo per poterlo rivedere tornare in negozio. Ma la richiesta era talmente alta che i produttori non riuscivano a soddisfare tutte le richieste. Fu in quel momento che a Fabrizio Fontana venne l’idea: se nessuno riesce a rifornire il mio negozio dei liquidi e degli aromi di cui ho bisogno allora me li faccio da solo.
E così nacque Il Vaporificio.

Già, andò proprio così. Con mio padre Romualdo, vecchio professore di chimica appassionato di fai da te, macchinari e bricolage, ci mettemmo alla ricerca di linee di produzione e imbottigliatrici. Era il periodo di Natale 2012. Il 15 gennaio siamo partiti per il nord. C’è del romantico in questa storia. Prima a Parma dove trovammo l’azienda che ci avrebbe fornito i flaconi. Il glicole, la nicotina e la glicerina inve la trovammo a Roma. Mancavano gli aromi. Andammo da Dks che ci aprì nonostante la pausa pranzo. Poteva darci liquidi ma non aromi perché, giustamente dal suo punto di vista, disse che saremmo stati in concorrenza. Ci diede però delle utilissime dritte di procedura. Optammo per la FlavourLand di Pero: loro non ci aprirono neppure il portone. Sull’autostrada verso Lodi ci venne in mente la Baiocco. Una rapida inversione di marcia e andammo a suonare al citofono di Gianfranco Bergamaschi. Ci accolse e fu ben lieto di prepararci gli aromi. Da quel momento prese vita il Vaporificio, produttore liquidi per sigarette elettroniche. Era il febbraio 2012.

Perchè tabaccosi la scelta di produrre soltanto tabaccosi?
Inizialmente, nella fase del boom, si svapava qualsiasi cosa. Poi ci fu una grossa flessione in seguito alla crisi del settore che colpì anche noi. Dovemmo inventarci qualcosa di nuovo e che non era ancora presente sul mercato. Nacque così l’idea di fare liquidi al tabacco non fatti di tabacco. La caratteristica è che utilizziamo vero tabacco ed estraiamo l’aroma direttamente dalla pianta. 

Attraverso l’estrazione a freddo.
vaporificioEsattamente. Il principio dell’estrazione può avvenire con diversi solventi. In campo alimentare è alcool. Nella nostra fattispecie non è auspicabile. Si uso essenzialmente il glicole o la glicerina. Noi preferiamo pur avendo un potere estraente più basso. La soluzione è dunque aumentare la cinetica del trasferimento attraverso la temperatura o la pressione. Con la temperatura il problema è di avere una degradazione delle componenti aromatiche perché sono tutte molecole termolabili, si rompono o si rovinano. E questo avviene già a 50-60 gradi. Usiamo quindi la pressione. Abbiamo creato un estrattore sotto pressione che lavora con miscela di solventi che poi purifichiamo attraverso un protocollo ben preciso.

Quale è il consumatore tipo che acquista i vostri aromi? Neofiti o hard vapers?
Direi entrambi. All’interno della gamma dei tabacchi rientra sia il pubblico entry level che quello più esperto. La grande differenza non è nei gusti personali ma nella necessità di dover cambiare frequentemente la coil. Con un macerato la resistenza si bruccia ad una velocità doppia rispetto un liquido normal. Se mediamente dura per 30 millilitri, utilizzando i macerati occorre cambiarla dopo 15 millilitri.

Come cambiano i gusti?
Li ho visti tutti, di tutti i colori. Nel 2012 il gusto era forse l’ultimo problema. C’era l’obiettivo di smettere di fumare e non importava cosa si metteva dentro il tank. Si utilizza il Ce4 riempito con i liquidi che capitavano pur di smettere di fumare. Poi è migliorato tutto, liquidi e hardware. Vista la grande varietà qualsiasi consumatore tende a cambiare il liquido ma esistono ancora le due macroaree: tabacco e aromatici. Direi che è una tendenza sinusoidale: cinquanta per cento tabacco e cinquanta non tabacco.

Come giudichi la Tpd: selezione o ostacolo?
modelNon vedo nella Tpd un ostacolo ma grossissima opportunità col grande obiettivo di informare il consumatore di cosa c’è nel liquido. Poi si possono fare tutti gli incroci possibili e le dietrologie su big tabacco, lobby, eccetera, ma la grande domanda è: cosa mettete nei liquidi? Siete sicuri che sia tutto corretto? Facciamo un controllino e siamo tutti più sicuri. Diciamolo francamente: è un mercato che rende molti soldi e secondo me è giusto che le aziende investano oltre che in modelle con tatuaggi e ragazze nude da social network anche nella qualità dei loro liquidi.
Fermo restando che anche nelle sigarette elettroniche e nei liquidi esiste il fenomeno del contrabbando, viene da chiedermi quanto varranno gli investimenti dalle società per essere in regola nei confronti di un rispetto di queste regole senza utilizzare scorciatoie o stratagemmi. Quale sarà la protezione che l’Unione europea garantirà nei confronti di chi è in regola e come invece interverrà nei confronti di chi troverà facile vie d’uscite? E’ facile prendersela con chi si conosce, più difficile è andare a scovare chi si nasconde e fa illeciti.

Quali progetti per Il Vaporificio nel nuovo anno?
schermata-2016-12-20-alle-10-21-27Lavoriamo sull’internazionalizzazione del marchio, andare a prendere mercato all’estero in maniera compatta. Siamo presenti in Grecia, Francia e Italia con distributori del territorio. E stiamo aprendo il mercato in Inghilterra, Germania, Belgio e Olanda. Non abbiamo in cantiere nuovi liquidi. Secondo me non è produttivo farne uscire uno alla settimana ma credo sia importante farne pochi ma che possano durare nel tempo. Chi ha tantissimi liquidi fa scegliere al consumatore; chi ne ha pochi propone già una scelta selezionata.

Un nuovo mercato su cui punteresti nel medio periodo?
Vedo molto bene, anche se è da valutare su come presentarsi per un discorso di massa con prodotti molto semplici e di base, Paesi come Libano, Egitto, Marocco, Turchia. Vedo lo sviluppo dell’ecig come un prodotto sempre più di massa e sempre più legato anche a prodotti base. Sono convinto che tra dieci anni ci sarà sempre la stessa nicchia di hard vaper ma sarà esponenzialmente aumentata la base che utilizzerà prodotti di base o ecig usa e getta.

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