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L’Italia è il Paese traino per il vaping europeo. Lo ha detto l’istituto Hexa research che ha analizzato il flusso di vendite e il tasso di crescita mondiale del comparto. Nel 2016 il mercato delle sigarette elettroniche ha generato un fatturato pari a 7,1 miliardi di dollari. Tre prodotti su quattro sono stati venduti in Europa o negli Stati Uniti. Mentre il Paese a stelle e strisce appare stabile, il continente europeo avrebbe invece ampi margini di crescita, trainato, dice l’istituto, dal Regno Unito ma soprattutto dall’Italia.
L’Asia e il Pacifico contribuisce ad un 20 per cento del mercato globale. In questo spaccato terrestre è la Cine a far la parte del leone, seguita dall’India.
Le sigarette elettroniche componibili (box, batterie esterne e atomizzatore) rappresentano il 57 per cento del mercato. Per la prima volta, dunque, non sono le cigalike e le sigarette elettroniche ricaricabili i prodotti maggiormente venduti. Se da un lato il consumatore è cresciuto e si evolve, dall’altro non è da sottovalutare la possibilità di personalizzare il proprio dispositivo di vaporizzazione. Oltretutto, in caso di guasto, è possibile sostituire soltanto la componente singola senza dover acquistare un’altra sigaretta elettronica.
Sempre secondo Hexa Research, i principali venditori mondiali di apparecchi di riduzione del danno sono due Big del tabacco: Altria Group e British American Tobacco.
Se il trend verrà confermato, il mercato delle sigarette elettroniche potrebbe raggiungere un fatturato di 44 miliardi di dollari entro il 2024.