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“Si assiste, anche stavolta, al paradosso di sempre: o un prodotto è dannoso (e lo riconosci come tale) o non si può asseritamente veicolare il messaggio che, con il controllo del Monopolio, tutto diventerà migliore. Più salubre”. Così il professor Giancarlo Antonio Ferro, docente di diritto costituzionale presso l’Università di Catania ed esperto di legislazioni antitabacco, commenta criticamente la decisione di sottoporre la rete della vendita e dell’approvvigionamento (distribuzione) delle sigarette elettroniche al Monopolio di Stato. “In astratto – continua il docente che è anche membro del Comitato scientifico internazionale per la sigaretta elettronica – si tratta di scelte politiche, per definizione libere, discrezionali”. E sulle motivazioni che sono alla base di queste scelte ha pochi dubbi: “Evidenti sono le ragioni economico/finanziare. Non ravviso, infatti, un’azione teleologicamente orientata alla tutela della salute”. Ferro è critico anche verso la Consulta: “La sentenza della Corte Costituzionale se per un verso sembra stravolgere il ragionamento già effettuato nel 2015 – spiega Ferro – per altro verso, contiene un apodittico riferimento al principio di precauzione: in Italia, come altrove, feticcio che tutto salva quando non si sa cosa dire. O poco più”.