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Sei domande a Simona Vicari contro la propaganda a senso unico

La senatrice utilizza come organo di informazione il suo blog personale. Ma in questo modo si sottrae al contraddittorio. Anticipiamo alcune domande che vorremmo porle quando accetterà un pubblico confronto.

Siamo al rush finale. Quello che è comunemente chiamato “emendamento Vicari” tra oggi e domani potrà essere modificato in sede di Commissione bilancio alla Camera. I vertici del Pd, di concerto col Mef, stanno lavorando per far passare una ipotesi che possa garantire la sopravvivenza dell’intero comparto del fumo elettronico.
L’articolo di legge del decreto fiscale derivato dall’emendamento che porta il nome della senatrice alfaniana causerebbe la chiusura totale del mercato interno della sigaretta elettronica, la gestione monopolistica di rete vendita e distributiva, il collasso della produzione di liquidi di ricarica. I motivi sono semplici: il Monopolio chiude a doppia mandata la libertà imprenditoriale, diventa esso stesso imprenditore e negoziante. Non lo diciamo noi, lo dice qualunque manuale di economia politica.
In risposta alle accuse che da più parti la senatrice Vicari sta rivolgendo alla stampa e agli attori della filiera, rei a suo dire di diffondere disinformazione e falsità, non resta altro da fare che proporle un incontro pubblico o rinnovare la richiesta di una intervista (non per mail e neppure su whatsapp, però) così da poterci confrontare sullo stesso terreno di gioco e con le stesse regole.
Intanto, possiamo anticipare qualche domanda che vorremmo porre alla senatrice Vicari, dopo aver letto le sue ripetute considerazioni.
1) Dice Vicari: “I minorenni saranno tutelati nell’accesso a questi prodotti“. Chiediamo noi: lo sono già. Con circolare ministeriale di attuazione della Tpd, il ministro Lorenzin (anche lei di Ap) ha vietato l’acquisto ai minori di sigarette elettroniche e liquidi con nicotina. Cosa cambia rispetto a prima?
2) Dice Vicari: “Tutti i fumatori avranno accesso a prodotti garantiti e non contraffati in una rete ampia e controllata“. Chiediamo noi: i prodotti sono già garantiti. Devono infatti essere notificati al Ministero della Salute sei mesi prima della loro immissione in commercio. Vale sia per i prodotti italiani, sia per quelli importati dall’estero. Per di più, questi stessi prodotti possono essere venduti soltanto attraverso Deposito fiscale, quindi sotto controllo Aams. Non crede che l’ingresso in Italia di merci non autorizzate sia colpa dei mancati controlli doganali e, quindi, di inadempienze dello Stato?
3) Dice Vicari: “Gli attuali rivenditori sono garantiti“. Chiediamo noi: se per rivenditori intende riferirsi ai tabaccai, sì, siamo d’accordo. Se intende i negozi di sigarette elettroniche si sta sbagliando. Quale libertà imprenditoriale e commerciale avrebbero se dovessero acquistare cosa vuole lo Stato, dove vuole lo Stato e vendere a prezzo imposto dallo Stato? Anche il divieto di nuove aperture va nella direzione di soffocare la libera imprenditorialità. Chi avrebbe convenienza a lavorare bene e con profitto se non può avere prospettive di miglioramento e di allargamento delle proprie attività?
4) Dice Vicari: “I distributori saranno tutti garantiti potendo commercializzare i prodotti attraverso una rete più che capillare costituita da un punto vendita ogni mille abitanti circa“. Chiediamo noi: è già così. Per poter distribuire occorre avere il deposito fiscale. Inoltre, già oggi i tabaccai acquistano presso distributori o produttori di ecig. Ma forse è proprio questo il problema?
5) Dice Vicari: “I produttori di liquidi grazie ad un settore finalmente regolato troveranno apertura per una riduzione della tassazione“. Chiediamo noi, parafrasando la sua frase: se i produttori accetteranno queste regole forse avranno una riduzione della tassazione. Potremmo forse definirlo “ricatto”?
6) Questa domanda prende invece spunto da quanto scritto da Maria Teresa Meli, tra le firme più autorevoli del giornalismo politico italiano, sull’edizione odierna di Io Donna, supplemento domenicale del Corriere della Sera. Citiamo testualmente: “Nottetempo e senza preavvertire gli alleati del governo, [Vicari] è riuscita a far passare nel decreto fiscale approvato di recente al Senato una modifica che complica la vita a chi fuma le cosiddette ecigs e rischia di gettare sul lastrico chi la vende“. Se, dunque, nessuno – ovviamente neanche i rappresentanti della filiera del vaping – era a conoscenza del suo emendamento, con chi si è confrontata in fase di elaborazione e redazione?

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