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Sigarette elettroniche, Salvini a Radio Radicale: “Via la tassa demenziale”

Il segretario della Lega ha partecipato al filo diretto rispondendo alle domande degli ascoltatori e dando evidenza ai problemi della filiera del vaping.

Matteo Salvini ha rinnovato pubblicamente l’impegno di togliere il balzello sui liquidi di ricarica per sigarette elettroniche nel caso in cui andasse al governo. Lo ha detto partecipando al filo diretto di Radio Radicale, storica trasmissione che consente agli ascoltatori di intervenire in diretta, senza interruzioni e senza filtri. Ha risposto alle domande del nostro direttore Stefano Caliciuri e del negoziante Angelo Viavattene.
Ho incontrato l’onorevole Salvini – dice Caliciuriin occasione della manifestazione nazionale del fumo elettronico di fronte Montecitorio lo scorso 29 novembre. Volevo chiedere al segretario se quello che ha detto in piazza entrerà nel programma di governo della Lega e che cosa vorrà fare ed attuare sia sul fronte fiscale sia nell’ottica di un’eventuale liberalizzazione dalla gogna monopolistica a cui i prodotti del vaping sono stati assoggettati in questi ultimi mesi da parlamento e governo“.
Angelo Viavattene, intervenuto subito dopo, ha aggiunto: “La tassazione assurda ci farà chiudere tutti quanti e stiamo parlando di 30 mila posti di lavoro compreso l’indotto“.
Matteo Salvini ha replicato: “Sì, è assolutamente demenziale. L’Italia ha fatto l’esatto contrario di quello che fa tutta Europa, cioé tutta Europa aiuta chi smette di fumare, lo dico da fumatore. Tutta Europa aiuta e incentiva l’interruzione del fumo, aiutando quelle che sono le alternative come la sigaretta elettronica, il fumo elettronico, quantomeno perché lo Stato risparmia in salute e in costi sociali. L’Italia ha fatto il contrario: l’ultimo governo ha raddoppiato le tasse sulle ricariche per le sigarette elettroniche, 30 mila posti di lavoro a rischio, 2 mila negozi a rischio, 2 milioni di consumatori in Italia presi in giro per incassare qualche spicciolo perché il problema dello Stato è che ha messo una tassa che farà perdere più di quanto incasserà. Quindi è chiaro ed evidente che toglieremo questa regola che va contro la salute ma va anche contro l’interesse del bilancio dello Stato. Punire chi fa una scelta che aiuta la sua salute è l’esatto contrario di quello che fanno tutti gli altri Paesi europei. Quindi quello che ho detto in piazza a Roma ripeto oggi e farò al governo. Anche perché, ripeto, per il bilancio dello Stato ci sarà un segno meno davanti, come la tassa sulle barche di Monti. Per incassare due spiccioli l’anno dopo, perdi il fatturato dell’80 per cento negli anni a seguire. E’ assolutamente una tassa demenziale”.

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