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UK: infermieri, promuovete la sigaretta elettronica contro il fumo

La rivista specializzata Nursing in Practice pubblica un decalogo destinato a infermieri e operatori sanitari per esortarli a consigliare il vaping ai pazienti che vogliono smettere di fumare.

È un decalogo destinato al personale infermieristico per aiutare i fumatori a smettere con l’ausilio della sigaretta elettronica, quello pubblicato dalla rivista inglese specializzata Nursing in Practice. A redigerlo, sulla base delle posizioni di Public Health England e del Servizio sanitario nazionale, è stato Kevin Kennie, infermiere del Chelsea Westminster Hospital, specializzato nella cura di pazienti che lottano per liberarsi dal fumo. Il primo punto su cui insiste Kennie è fornire una comunicazione positiva sull’e-cigarette. “Public Health England – scrive – stima che il vaping sia del 95 per cento meno dannoso del fumo, quindi non abbiate timore a considerare l’ecigarette un efficace sostituto del tabacco per i grandi fumatori“.
Il secondo punto si spinge un po’ più il là, invitando gli operatori sanitari a “consigliare la sigaretta elettronica per cercare di smettere di fumare“, ponendo poi l’attenzione sul fatto che “i vaper non sono soli” e possono avvalersi anche del supporto delle strutture sanitarie. Il quarto e il quinto punto sono più pratici ed esortano a identificare la giusta dose di nicotina, in base alle abitudini di fumo del paziente, e a spiegare che l’inalazione dalla sigaretta elettronica è diversa dal tiro dalla sigaretta. Da notare che Nursing in Practice invita gli operatori a indirizzare i neofiti verso un buon negozio specializzato, per farsi consigliare la concentrazione di nicotina. Ancora una volta rileviamo come nel Regno Unito i negozianti siano considerati dal mondo sanitario come degli alleati con cui fare squadra, al contrario di quanto accade in Italia.
Kennie esorta poi gli operatori a “promuovere il concetto di riduzione del danno” (punto sei), cioè a sottolineare come il passaggio al vaping permetta di ridurre drasticamente i danni del fumo, e a proporre di associare alla sigaretta elettronica altre terapie sostitutive, per esempio i cerotti. Al punto otto, però, si sottolinea come l’ecig debba essere considerata uno strumento di transizione e dunque il suo uso non dovrebbe essere consigliato per più di tre mesi.
Nursing in Practice consiglia il passaggio all’ecig anche per persone che sono obbligate a smettere di fumare temporaneamente. “Una gravidanza o la preparazione ad un’operazione – si legge – sono due momenti in cui raccomandiamo il vaping per eliminare l’uso del tabacco“. Nell’ultimo punto del decalogo, infine, si consiglia di fare presente ai fumatori che sul mercato è disponibile una vasta scelta di sigarette elettroniche e di liquidi, che consente ad ognuno può trovare la combinazione più adatta alle sue esigenze. E per questo si rimanda ancora una volta ai negozi specializzati.
Certamente in questo decalogo è rintracciabile un approccio “medicalizzato” al vaping, mentre in molti potrebbero obiettare che il successo della sigaretta elettronica sta anche nel fatto che consente di smettere di fumare in autonomia, senza passare per counselling e centri antifumo. Non si può, però, non ammirare un intero panorama sanitario che ha scelto di puntare su uno strumento di riduzione del danno venuto dal mercato e non dai laboratori delle aziende farmaceutiche.

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