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Pneumo City, la città polmonare

Il biologo Stefano Spagnulo ha dato alle stampe una trilogia bio-fantasy ambientata all’interno dei polmoni che, per suo stesso dire, sono “una grande città nella quale se muta una cellula si ammala tutto il reparto”.

(tratto da Sigmagazine #7 Marzo-Aprile 2018)

Biologo, nutrizionista umano e animale, laboratorista: Stefano Spagnulo è un giovane animato da molte passioni. Gli animali prima di tutto, la danza, l’arte, la natura che continua ad osservare quotidianamente con stupore ed entusiasmo e che si sforza di preservare nella sua integrità. E, soprattutto, la scienza che ritiene non debba essere tenuta in un cassetto, riservata a pochi eletti, ma divulgata in tutti i modi possibili. Perché è convinto che, conoscendo le leggi che regolano il grande organismo vivente che ci circonda e il nostro stesso corpo, riusciremmo tutti a condurre un’esistenza in armonia con noi stessi e il nostro ambiente. Ed uno dei più grandi mali che possiamo infliggere al nostro organismo, secondo Spagnulo, è fumare che rappresenta – spiega – “il primo fattore di rischio di malattie cronico-degenerative del polmone”. “Dobbiamo immaginare il polmone – continua – come una grande città nella quale, se muta una cellula, si ammala tutto il reparto”.
Ed è proprio da questa immagine, il polmone come una città, che nasce l’idea prima di un singolo libro e poi addirittura di una trilogia contro il fumo. Non si tratta di tomi di saggistica, ma di agili volumi scritti fra il 2012 e il 2016 in uno stile che è stato ribattezzato bio-fantasy e nel quale riaffiorano le influenze letterarie dei grandi maestri del genere. Il primo episodio si intitola Pneumo City, la città polmonare e raffigura il polmone, appunto come una grande città governata da sua maestà lo Pneumocito e dove ogni cellula ha la sua precisa funzione essenziale per il funzionamento della città. Quando due batteri di legionella, Ipse e Dixit, riescono ad introdursi nella città vengono facilmente sopraffatti dai “bio-sbirri” del polmone. Ma Ipse avvisa che un pericolo molto più insidioso sta per colpire la città polmonare: “Quando ero in doccia e stavamo per attaccare Liam, così si chiama il vostro uomo (…), ho sentito che desiderava iniziare a praticare il fumo da sigaretta”.
Il quindicenne Liam vuole provare a fumare, dunque, perché – spiega Ipse – “la trasgressione è regola fissa nella maggior parte delle menti dei fanciulli della sua età che vivono in queste ere. Inoltre vuole far colpo sulle ragazze e questo lo rende ancora più globalizzato nei comportamenti”. La prima invasione di fumo è un’esperienza devastante che mette a dura prova tutte le cellule della città, i bio-sbirri e il sistema immunitario dell’organismo intero. La battaglia dura circa quattrocento secondi, il tempo di una sigaretta, e lascia morti e devastazione a Pneumo City. Per difendersi la città non trova altro rimedio che costruire intorno a sé strati di possenti mura.
È quello che accade realmente”, commenta il biologo. “Il Polmone ha un epitelio stratificato semplice, cioè composta da uno strato di cellule che è singolo, perché si deve restringere e ampliare in base alla respirazione e deve accumulare aria. Quando una persona fuma sulle dieci sigarette al giorno, l’epitelio si riproduce e crea degli strati per difesa. Il problema è che si tratta di cellule riprodotte velocemente e giovani, che rimangono immature e con un DNA molto esile. Quindi si tratta di una barriera fisica, ma allo stesso tempo vulnerabile agli agenti chimici contenuti nella sigaretta. È normale che un epitelio del genere si riempie di catrame, di benzene e di sostanze che rendono molto probabile l’insorgenza di malattie come il cancro al polmone”.
Pneumo City, intanto, è diventato un posto “triste e tetro”, dove le ciglia delle cellule cigliate sono “come delle vecchie e arrugginite antenne per la ricezione del segnale audio e video” e piove “acqua e fango nero”. Nella città si aggira il cinereo Blastmork, “il demone dei mal adattativi sulla Terra”. Con voce rauca e molto acuta, promette alle cellule di Pneumo city un nuovo corso: “Io dono la più gratificante delle facoltà a voi cellule, quella di riprodurvi a vostro piacere, costruire famiglie di cellule che vedrete colonizzare tutti gli organi di questo caro ragazzo”. Una promessa sinistra e inquietante e infatti lo Pneumocito si ribella: “Quello che lei propone è deleterio e caotico. Rendere le cellule impazzite e prive di regolazione non può che portare alla creazione di un mostro che divora sempre più i tessuti ai quali non appartiene. Una volta che lei avrà mutato tutte le nostre cellule, questo organismo impazzirà e si ammalerà fino a morire”.
Ma non c’è molto che lo Pneumocito e le altre cellule polmonari possono fare per impedirlo, finché il ragazzo continuerà a fumare. Come andrà a finire per Liam, per Pneumo City e i suoi abitanti e per Ipse, il batterio di legionella sopravvissuto e convertito al bene di quella meraviglia che è il corpo umano? La risposta è negli altri due libri che compongono la trilogia: The smoke Inside, ritorno a Pneumo City e La Melodia del Respiro, Epilogo a Pneumo City, pubblicati da Aldenia Edizioni, come il primo volume. Nel frattempo, però, Stefano Spagnulo dà qualche indizio, che in realtà è una buona notizia: “Quando un fumatore smette, già dopo 48 ore abbiamo una risposta nettamente positiva da parte del polmone umano, che inizia automaticamente a ripulirsi. Abbiamo degli organi molto efficienti di fronte alle provocazioni di carattere artificiale come quelle del fumo”.

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