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Mef, squadra al completo: è l’ora di salvare la sigaretta elettronica

Laura Castelli e Massimo Garavaglia (con probabile delega all'ecig) viceministri; Villarosa e Bitonci sottosegretari.

Tutti i pezzi del puzzle sembrano andati al loro posto per il tartassato settore italiano del vaping. Le forze politiche – Lega e Movimento 5 stelle – che in campagna elettorale, e non solo, più si sono spese a sostegno di un comparto industriale e commerciale colpito da provvedimenti che ne mettono a repentaglio la sopravvivenza, sono riuscite a formare il governo. Matteo Salvini, il leader leghista che ha più volte tuonato contro quella che definisce “una tassa folle e demenziale”, è arrivato non solo al Ministero dell’interno, ma ricopre anche la carica di vicepremier, che amplia i poteri di quello che appare come l’uomo forte della coalizione.
Ieri anche gli ultimi tasselli hanno completato un quadro favorevole. In serata sono state rese note le nomine di viceministri e sottosegretari del nuovo governo. Al Ministero dell’economia e delle finanze arriva come viceministro la pentastellata Laura Castelli, anch’ella protagonista di incontri e discussioni con rappresentati della filiera del fumo elettronico. Non solo. Sempre in via XX Settembre approda Alessio Villarosa che, insieme a Castelli, si fece vedere durante la manifestazione a Piazza Montecitorio dello scorso 29 novembre, prestando ascolto e portando solidarietà ai manifestanti. I due poi sono stati firmatari di un emendamento salva-settore che però non ebbe buon esito nella Commissione bilancio della Camera dei deputati.
Ma voci non ufficiali dicono che il dossier sigaretta elettronica sarà di competenza di un altro viceministro, il leghista Massimo Garavaglia (vicino al sottosegretario alla Presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti), che già in queste ore starebbe esaminando l’affaire svapo. Insomma, mai uno scenario politico è stato così propizio a una soluzione dei nodi che rischiano di strangolare un comparto che dà lavoro a decine di migliaia di persone. Produttori, commercianti e consumatori non chiedono il Far West, chiedono solo di essere messi in condizione di continuare a lavorare e a vivere secondo regole certe, ma non irragionevoli e arbitrarie. Chiedono che sia riconosciuta la loro specificità e la loro utilità, senza essere trattati da scomodi usurpatori di qualche orticello protetto.
Signori ministri, viceministri, sottosegretari, è arrivato il momento di fare qualcosa e di farlo subito, perché se non si cambieranno le cose questo settore ha i giorni contati. È il momento di mantenere le vostre promesse. D’altronde se non ora, quando?

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