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Sicurezza e contrabbando, Philip Morris guarda alla Nato

Christian Swan (Pmi): "In un contesto internazionale sempre più sfidante, capire le direzioni e le potenziali conclusioni del prossimo meeting della Nato è di fondamentale importanza".

Cooperare con governi, istituzioni e organismi multilaterali per combattere la piaga del contrabbando e garantire sicurezza sia ai mercati che ai consumatori. È l’impegno che Philip Morris International sta portando avanti già da anni sia con interventi diretti che con partecipazioni a momenti di confronto istituzionale ad alto livello. Si svolgerà a Roma  il seminario Nato versus the new global threats, organizzato dalla Nato Defense College Foundation, con la partecipazione dalla Delegazione Italiana dell’Assemblea Parlamentare della Nato e il Balkan Trust for Democracy. La partecipazione a eventi come questo – ha spiegato in una nota Christian Swan, director External engagement di Philip Morris International – ci permette di continuare a dare risalto a un fenomeno, quello del traffico illecito, in particolare il contrabbando di sigarette, che i più pensano ormai estinto, nonostante sia ancora ben radicato e fonte di guadagno per la criminalità organizzata e gruppi terroristici. In un contesto internazionale sempre più sfidante capire le direzioni e le potenziali conclusioni del prossimo meeting della Nato è di fondamentale importanza anche – conclude Swan – e soprattutto per un’impresa multinazionale come la nostra, che opera in 180 mercati in tutto il mondo e ha, quindi, la necessità d’interpretare ed eventualmente anticipare eventuali cambiamenti“.
Il prossimo vertice della Nato, che si terrà a Bruxelles l’11 e 12 luglio, si svolgerà in un momento in cui il valore politico dell’Alleanza è messo in discussione da differenti attori. Questioni difficili sono in agenda: dalla ripartizione delle spese al tema della cooperazione Nato-UE; fino alla questione della gestione delle relazioni con la Russia e della cosiddetta “politica della porta aperta”, in particolare per quanto riguarda la regione dei Balcani: lo scenario più prossimo al nostro Paese delle manovre d’influenza russe e della crescita di reti terroristiche. Ad intervenire, tra gli altri, il direttore della Nato Defense College Foundation Alessandro Politi che ha menzionato tra i fattori meno visibili d’instabilità nella regione balcanica, i vari traffici illegali gestiti dal crimine organizzato regionale e transnazionale: dal tabacco lavorati alle armi, passando per i traffici di droga ed esseri umani. Ma se i flussi di droga e migranti illeciti attirano l’attenzione dell’opinione pubblica, il classico contrabbando di sigarette, correntemente collegato alle tratte di traffici illeciti di migranti e al sovvenzionamento al terrorismo, non riceve la stessa attenzione da parte di media, società civile e istituzioni. Le prove di collaborazione criminale tra gruppi in Italia, Balcani ed Europa Orientale, toccano paesi diversi come Bielorussia, Montenegro, Polonia, Russia ed Ucraina sia attraverso rotte marittime (Bari come terminale) che terrestri (Trieste come città d’afflusso d’importazione illegale). I danni erariali diretti causati dal contrabbando nel nostro Paese sono quantificati in oltre 800 milioni di euro.

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