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L’Istituto di sanità francese finanzia le associazioni del vaping

In Italia, al contrario, la sigaretta elettronica è tassata, combattuta e contrastata

Facendo seguito all’esperienza inglese, anche la Francia dedica un mese alle campagne istituzionali contro il tabacco. Quest’anno, per la prima volta, l’Istituto superiore di sanità transalpina ha inserito anche il vaping come forma di disassuefazione del fumo. E lo ha fatto finanziando a sostenendo le attività di comunicazione e sensibilizzazione delle associazioni dei produttori e dei consumatori di sigarette elettroniche, Aiduce e Sovape.
Utilizzare la sigaretta elettronica consente di assumere la nicotina (sostanza che dà la dipendenza) ma senza intossicarsi con le migliaia di sostanze nocive causate dalla combustione del tabacco. Secondo le ricerche di Public Health England, la sigaretta elettronica abbatte del 95 per cento i danni da fumo, diventando così il più efficace strumento di riduzione del danno.
Dopo il regno Unito anche la Francia, dunque, sostiene la diffusione della sigaretta elettronica e lo fa anche a livello istituzionale direttamente attraverso l’agenzia nazionale di sanità. In Italia, al contrario, non soltanto l’Istituto superiore di sanità pare non aver orecchie per intendere, ma addirittura il ministero dell’economia ha deciso di supertassare da anni i liquidi di ricarica. Una scelta politica che la dice lunga sul reale interesse dello Stato italiano: prima di tutelare la salute dei propri cittadini occorre pensare a rimpinguare le casse erariali.


 

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