Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Sigarette elettroniche, Philip Morris valuta l’acquisto di quote di Juul

Altria Group Inc, la holding che comprende anche Philip Morris Usa, sarebbe in trattative per acquistare “una significativa partecipazione di minoranza” della startup Juul Labs.

Altria Group Inc, la holding che comprende anche Philip Morris Usa, sarebbe in trattative per acquistare “una significativa partecipazione di minoranza” della startup Juul Labs. A rivelare la notizia è stato ieri il Wall Street Journal, quindi una fonte particolarmente autorevole, che rivela anche come l’affare non sarebbe imminente: “Ci potrebbero volere diverse settimane– scrivono Dana Mattioli e Jennifer Maloney – e l’accordo potrebbe non concretizzarsi mai”. Ma questa è la voce che gira insistentemente fra gli addetti al settore negli Usa.
D’altronde acquisire una quota sostanziosa del principale attore del mercato statunitense (le stime parlano del 70 per cento) per Altria sarebbe una mossa per guadagnarsi un posto importante nel mercato in rapida espansione della sigaretta elettronica. Mercato in cui il gigante è già presente con le sue pod-mod, che però non sono riuscite a rivaleggiare con quella di Juul. Senza contare che la startup californiana, già sbarcata in Canada, Regno Unito, Israele e Russia, si prepara ad entrare anche in altri Paesi europei e asiatici.
Anche se non è detto che anche in questi mercati sia destinata a ripetere il successo americano. Negli Usa le ricariche della piccola pod-mod sono riempite con liquidi a concentrazione di nicotina che superano di gran lunga i limiti imposti dalla Direttiva europea sui prodotti del tabacco (20 mg/ml). Dunque una volta sbarcata in Europa, la famosissima Juul potrebbe essere, blasone a parte, una pod-mod come tutte le altre.
Forse anche per questo – suggerisce il Wall Street Journal – a Juul Labs potrebbe tornare comodo rientrare nella grande famiglia di Altria e avere accesso “alle legioni di fumatori di sigarette affezionati alla grande azienda del tabacco”. Oltretutto al momento la startup si trova nell’occhio del ciclone e nel mirino dell’Fda e dei media americani, perché soprattutto alla sua pod-mod viene imputata la diffusione del vaping fra i minori. E probabilmente è anche per questo che Altria non ha ancora deciso il da farsi.

Articoli correlati