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Salute e commercio, ruolo positivo per i negozi di sigarette elettroniche

Nel rapporto Health on the High Street, la britannica Royal Society for Public Health mette i vape shop presenti fra le attività che aiutano a compiere scelte salutari.

di Barbara Mennitti

I negozi di sigarette elettroniche contribuiscono a rendere le strade commerciali un luogo che aiuta a fare scelte giuste per la propria salute. Questo è quello che pensa la britannica Royal Society for Public Health che nel suo rapporto “Health on the High Street” valuta come l’ambiente in cui ci si muove, soprattutto nelle aree urbane, abbia una influenza diretta sulla salute. E non solo per la qualità dell’aria che si respira o per la quantità di verde cittadino. Perché è la qualità stessa delle attività che popolano le grandi arterie commerciali a determinare in gran parte le scelte del cittadino. Per fare un facile esempio, se in una strada vi sono solo catene di fast food o di junk food, è molto probabile che chi è in zona finisca per consumare un pasto poco salutare.
Convinta di questo, la Royal Society for Public Health ha analizzato le high street del Regno Unito per capire quali sono i punti deboli e cosa si può fare per migliorarle. “La pianificazionesi legge infatti nel rapporto – può garantire che fare la scelta salutare sia la scelta più semplice”. E per capire cosa va e cosa no nelle strade del regno è stata elaborata una scala di misura, la Richter scale of health, e quattro parametri di riferimento per valutare le attività commerciali o sociali. Per ogni parametro viene assegnato un punteggio e il totale dirà se si tratta di un luogo che ha un effetto positivo o negativo sulla salute dei cittadini.
I negozi di sigarette elettroniche sono sesti nella classifica delle attività che fanno bene, con un punteggio totale di tre, lo stesso dei musei e delle gallerie d’arte. Prima di loro troviamo i Leisure centre (centri ricreativi pubblici dove è possibile incontrarsi e fare attività sportiva), i servizi per la salute (dentisti, ottici e studi medici), le farmacie, le palestre, le biblioteche. Dunque sono le prime attività commerciali in senso stretto a comparire nell’elenco. Sono stati valutati positivamente perché incoraggiano a compiere scelte di vita salutari, promuovono l’interazione sociale e il benessere mentale, mentre sono stati giudicati neutri per l’accesso ai servizi sanitari. In fondo all’elenco, fra le attività più dannose, ci sono le società di credito, le agenzie di scommesse, i fast food e i solarium.
In generale– si legge nel rapporto – i negozi di sigarette elettroniche offrono un ambiente che sostiene le tante persone che ogni anno si sforzano di fare un cambiamento positivo smettendo di fumare. E i benefici sulla salute sul morale di riuscire a smettere sono tanti e ben documentati”. Negli ultimi tre anni, afferma la Royal Society for Public Health, i negozi specializzati sono raddoppiati nel Paese, passando da mille a duemila: “È come se dal 2015 ad oggi avesse aperto un nuovo vape shop al giorno”. I consumatori, invece, sono passati dai 700mila del 2012 agli oltre 3 milioni di oggi. Grazie sicuramente ad una politica pubblica che promuove la sigaretta elettronica come importante strumento di riduzione del danno.

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