© Sigmagazine, rivista d'informazione specializzata e destinata ai professionisti del commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica - Best edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - P. Iva 14153851002 - Direttore responsabile: Stefano Caliciuri - Redazione: viale Angelico 78, Roma - Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma al numero 234/2015 - Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017
Rappresentano la prima linea della sanità pubblica, il primo approccio del cittadino con la salute. Spesso conoscono i pazienti da molti anni e hanno con loro consolidato negli anni un rapporto di fiducia. Per questo il ruolo dei cosiddetti medici di base è importantissimo anche per convincere i loro assistiti a smettere di fumare. È sicuramente quello che pensano nel Regno Unito, dove la sanità pubblica sta puntando fortemente sulla sigaretta elettronica per sconfiggere il tabagismo ed è decisa ad avvalersi dei general practitioners (appunto i medici di famiglia) in questa battaglia.
In realtà già nel novembre del 2016 l’associazione di categoria, il Royal College of General Practitioners, pubblicò un documento in cui si allineava alle posizioni di Public Health England, riconoscendo che “i vaporizzatori elettronici di nicotina offrono un mezzo di vasta portata e a basso costo per contrastare il fumo e devono assistere attivamente i pazienti che vogliono smettere di fumare con l’aiuto della sigaretta elettronica”.
Dalle prese di posizione dei vertici, però, non sempre si arriva all’impegno concreto e capillare di chi agisce sul campo. E dunque pochi giorni fa sul sito specializzato dedicato ai medici di base, GPonline, è comparso un articolo firmato da Martin Dockrell che guida il dipartimento per il controllo del tabacco di Public Health England. Dockrell esorta i medici ad affrontare il problema del fumo con i loro pazienti, a discutere con loro dei diversi sostegni alla cessazione, comprese le sigarette elettroniche. Il Royal College of General Practioners ha recentemente aggiornato le sue linee guida, aggiungendo gli studi e le informazioni più recenti sul vaping.
“Le sigarette elettroniche– si legge su GPonline – non sono innocue, ma gli studi scientifici suggeriscono che sono del 95 per cento meno dannose del tabacco. E tuttavia– continua Dockrell – molti fumatori credono erroneamente che il vaping sia dannoso come il fumo”. Invece nel Regno Unito – e non solo – questo strumento sta aiutando moltissimi fumatori a smettere e Public Health England chiede ai suoi medici di base di contribuire a questo sforzo corale.