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Sigarette elettroniche, Lamb: “Opportunità da non perdere”

Intervista esclusiva con Norman Lamb. Il presidente della Commissione scienza e tecnologia di Westminster spiega le ragioni del suo sì all'ecigarette.

Il fumo uccide migliaia di persone ogni anno. Ed io non sono disposto a starmene seduto e lasciare che questo accada”. Questo risponde il deputato Norman Lamb, presidente del Science and Technology Select Committee del Parlamento inglese, a chi gli rimprovera di avere assunto una posizione poco prudente sulle sigarette elettroniche. Perché anche aspettare ha un costo, che purtroppo si paga in termini di vite umane. Quelle dei fumatori che non riescono a smettere di fumare. Figlio di un famoso climatologo, Lamb è un avvocato specializzato in diritto del lavoro. Nel 2001 inizia la sua esperienza parlamentare, quando viene eletto nel collegio del North Norfolk nelle liste dei Liberaldemocratici. Dal 2012 al 2015 ricopre la carica di Ministro di Stato della salute (che non è il titolare del dicastero ma è secondo al Segretario di Stato) e nel 2017 diventa presidente della Commissione parlamentare su scienza e tecnologia.
Sotto la sua presidenza, la Commissione ha condotto una lunga indagine sulle sigarette elettroniche – chiamando in audizione scienziati, medici, produttori, consumatori e chiunque avesse un ruolo nel settore – i cui risultati sono stati pubblicati lo scorso agosto e discussi a Westminster lo scorso settembre. Si tratta di una presa di posizione molto favorevole al vaping, che intende sfruttare tutto il suo potenziale per aiutare i fumatori a smettere e a salvare vite umane. Fra le altre cose, la Commissione consiglia di permettere la pubblicità delle sigarette elettroniche e insiste sulla necessità di differenziarle nettamente dal fumo per quanto riguarda la normativa e la tassazione.
Era il tassello mancante. Dopo la presa di posizione delle istituzioni sanitarie, prima fra tutte Public Health England, anche la politica decide di allinearsi alla riduzione del danno. Ora bisognerà trasformare le conclusioni della Commissione in leggi da applicare e, probabilmente, superare alcune disposizioni della Direttiva europea sui tabacchi. Una cosa che la Gran Bretagna può fare, vista la decisione di uscire dall’Unione europea.
Per quale motivo la Commissione parlamentare su scienza e tecnologia ha sentito la necessità di condurre un’inchiesta sulle sigarette elettroniche?
Lo abbiamo fatto perché in Inghilterra il fumo rimane la causa principale di malattie evitabili e di morti premature. È responsabile di circa 79mila decessi ogni anno. Le sigarette elettroniche sono sul mercato britannico dal 2007 e sappiamo che nel Regno Unito circa tre milioni di persone le utilizzano come strumento per smettere di fumare. Volevamo esaminare i fatti relativi alla sicurezza e alla normativa di questi prodotti.
In che modo avete portato avanti la vostra inchiesta?
La commissione ha ascoltato una grande varietà di persone e di organizzazioni. Abbiamo ricevuto più di 100 documenti scritti da oltre novanta fra persone singole ed enti, compresi molti professori universitari, professionisti del Sistema sanitario nazionale, dipartimenti governativi ed enti pubblici responsabili di medicinali e prodotti per la cura della salute. Molti di coloro che avevano inviato i loro contributi per iscritto sono stati invitati a partecipare a delle audizioni in Parlamento.
Fra gli scienziati e le associazioni che avete ascoltato c’era un consenso generale sulla sigaretta elettronica oppure vi siete trovati di pronte a punti di vista discordanti?
C’è stato un ampio consenso fra organizzazioni come Public Health England, Cancer Research UK, la British Heart Foundation, la British Medical Association e molte altre che sostengono che il vaping sia notevolmente meno dannoso del fumo. Secondo la stima di Public Health England, le sigarette elettroniche sono del 95 per cento meno dannose di quelle di tabacco. Le evidenze che abbiamo ricevuto indicano chiaramente anche che il vaping non comporta gli stessi rischi per la salute del fumo passivo. Visto il peso delle evidenze scientifiche, abbiamo concluso che non vi era una logica sanitaria per trattare il vaping e il fumo come se fossero la stessa cosa.
Nel rapporto conclusivo della Commissione chiedete anche che l’uso della sigaretta elettronica e il fumo negli spazi pubblici siano regolamentati diversamente. Come immagina che questo potrà essere attuato?
Abbiamo sostenuto che è necessario aprire un dibattito pubblico sull’uso delle sigarette elettroniche nei luoghi pubblici, in modo che le norme riflettano il fatto che sono molto meno dannose e possono contribuire a ridurre il numero dei morti causati dal fumo. Non abbiamo suggerito di permettere il vaping negli spazi chiusi come i mezzi di trasporto pubblici, nonostante quello che hanno scritto alcuni giornali. Sebbene non vi sia una ragione sanitaria per trattare le sigarette elettroniche e quelle convenzionali allo stesso modo, la Commissione ha riconosciuto che il vapore emesso dalle ecigarette può essere sgradevole per chi si trova vicino a un vaper. E quindi limitare l’uso di questi dispositivi negli spazi chiusi come i mezzi di trasporto pubblici si giustifica perché può dare “fastidio”. La sfida è trovare il giusto equilibrio: incoraggiare le persone a passare alla sigaretta elettronica per abbassare il tasso dei fumatori e, allo stesso tempo, proteggere il pubblico dal fastidio del vapore. Quello che certamente non bisogna fare è costringere i vaper ad utilizzare le stesse aree dei fumatori.
Nel dibattito parlamentare sul rapporto della Commissione, lei ha insistito molto sull’importanza di consentire l’uso della sigaretta elettronica nelle strutture pubbliche per la salute mentale. Perché considera questo tema così importante?
Le persone affette da malattie mentali hanno più del doppio delle probabilità di fumare rispetto al resto della popolazione e il fumo è una delle principali ragioni per cui le persone con gravi e persistenti malattie mentali muoiono, in media, fra i quindici e i venti anni prima degli altri. Per i pazienti di queste strutture sarebbe di grande beneficio usare la sigaretta elettronica per smettere di fumare e al tempo stesso si potrebbe incoraggiarli a sottoporsi a dei trattamenti. Ma in Inghilterra molte di queste strutture hanno bandito il vaping dai loro edifici, preoccupate dai rischi per la salute e dai pericoli del vapore passivo delle sigarette elettroniche. Le prove scientifiche non giustificano queste preoccupazioni. Per questo sosteniamo che sia necessaria una posizione che automaticamente autorizzi i pazienti ad usare le sigarette elettroniche, a meno che una struttura del Servizio sanitario nazionale non porti delle ragioni scientifiche per fare altrimenti.
Sostenete anche che le politiche fiscali sul vaping e sugli altri prodotti del tabacco debbano riflettere il loro impatto sulla salute. Significa che i governi non dovrebbero tassare le sigarette elettroniche?
Non abbiamo detto che le sigarette elettroniche non debbano essere soggette a tassazione. Abbiamo chiesto che si passi ad un contesto normativo più proporzionato al rischio, in cui le regolamentazioni, le norme sulla pubblicità e la fiscalità riflettano le evidenze scientifiche sul danno relativo delle sigarette elettroniche e di quelle di tabacco. Dobbiamo agire per incoraggiare i fumatori a passare all’ecigarette e migliorare la loro salute. Personalmente sarei contrario a tasse punitive, che fossero talmente alte da scoraggiare i fumatori dal passare al vaping.
A proposito di pubblicità, la Commissione sembra suggerire che dovrebbe essere consentita per i prodotti del vaping. È così?
Molti di coloro che hanno partecipato alla nostra inchiesta hanno segnalato il divieto di pubblicizzare il potenziale della sigaretta elettronica di ridurre il danno rispetto al fumo. È un problema dell’attuale sistema normativo. Allo stesso modo i produttori non possono inserire informazioni sull’ecigarette nei pacchetti di sigarette. Tutto questo significa che stiamo perdendo l’occasione di incoraggiare i fumatori a passare dalla sigaretta di tabacco all’elettronica.
Ritiene che il suo Paese debba superare le misure previste dalla Direttiva europea sui prodotti del tabacco che, come recepite in Inghilterra, oltre al divieto di pubblicità, impongono limiti per la concentrazione di nicotina nei liquidi e alla capacità degli atomizzatori?
La Commissione ha rilevato che il limite alla concentrazione di nicotina costringe alcuni utilizzatori di sigaretta elettronica a tirare più forte per sentire il colpo in gola. Cosa che può scoraggiare i forti fumatori dal passare al vaping. Le limitazioni alla capacità dei tank non sembrano poggiare su alcuna logica scientifica. Entrambi questi aspetti del sistema normativo, insieme al divieto di fare affermazioni sui benefici per la salute dell’ecig, di fatto riducono l’efficacia della sigaretta elettronica come strumento per smettere di fumare.
L’inchiesta della Commissione l’ha convinta che la sigaretta elettronica è lo strumento giusto per vincere la lotta contro il fumo?
Le sigarette elettroniche sono uno dei molti interventi che possono aiutare le persone a smettere di fumare, insieme alle terapie sostitutive a base di nicotina, i trattamenti offerti dal Servizio sanitario nazionale e i centri anti-fumo a livello locale. Tuttavia le sigarette elettroniche guadagnano popolarità e le evidenze dimostrano che sono uno strumento efficace. I dati del Tobacco Control Plan del governo, per esempio, indicano che in Inghilterra due milioni di persone che hanno usato l’ecigarette hanno smesso di fumare completamente.
La Gran Bretagna sembra essere il Paese più vaping-friendly al mondo. Cosa risponde a chi sostiene che dovreste avere un approccio più prudente?
Ci sono persone che chiedono un atteggiamento più cauto perché ancora non sappiamo tutto sugli effetti a lungo termine sulla salute. La Commissione ha chiesto ulteriori prove scientifiche e una ricerca indipendente sugli effetti sanitari delle sigarette elettroniche. Ma abbiamo anche ascoltato importanti prove che indicano che non incoraggiare i fumatori a smettere usando le sigarette elettroniche ha un costo: si perderanno altre vite umane, perché le persone continueranno a fumare sigarette convenzionali che sono notevolmente più dannose. Il fumo uccide migliaia di persone ogni anno. Ed io non sono disposto a starmene seduto e lasciare che questo accada.

 

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