Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

La Cassazione sentenzia: “Lecito vendere la cannabis con Thc inferiore allo 0,6%”

Secondo il tribunale, "è un corollario logico-giuridico della liceità della coltivazione, permessa e promossa dalla legge 242 del 2016. Non va, quindi, considerata sostanza stupefacente soggetta alla legge sulle droghe".

La Cassazione annulla il sequestro preventivo di cannabis light avvenuto nei mesi scorsi nelle Marche: la cannabis light “non va considerata ai fini giuridici sostanza stupefacente soggetta alla legge sulle droghe“.
La sentenza ha annullato senza rinvio il sequestro disposto dal Riesame di Macerata nei confronti di un giovane commerciante che vendeva le infiorescenze di cannabis. È diventato quindi ufficiale: la vendita della cannabis light e l’uso dei prodotti con essa realizzati e messi in commercio sono leciti, per questo i negozi come quello del giovane non possono essere sottoposti a sequestri preventivi. La squadra mobile aveva perquisito due attività a Macerata e una ad Ancona, ottenendo il decreto di sequestro preventivo per cessione reiterata dei prodotti.
I provvedimenti adottati dalla polizia erano stati gli stessi che per i pusher tradizionali: denuncia per spaccio, mentre per un alttro rivenditore era scattato l’arresto immediato. Le forze dell’ordine avevano considerato le bustine di infiorescenze alla stregua di vera droga. Ma la Corte ha ribaltato il punto di vista: «La liceità della vendita delle inflorescenze con percentuale di Thc entro lo 0,6% è un corollario logico-giuridico della liceità della coltivazione, permessa e promossa dalla legge 242 del 2016. Non va, quindi, considerata sostanza stupefacente soggetta alla legge sulle droghe».
Soddisfatto l’avvocato Carlo Alberto Zaina, legale già ospitato ad un convegno durante la scorsa edizione di Vapitaly: «Il negozio è stato chiuso una quindicina di giorni, poi ha ripreso l’attività. Adesso questura e procura di Macerata non possono far finta di niente».

Articoli correlati