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Scampato pericolo, per adesso, alla Camera dei Deputati. Nella lista degli emendamenti governativi che vanno a chiudere il cerchio delle ipotetiche riformulazioni al Decreto fiscale non c’è nulla che riguardi il tabacco, il tabacco riscaldato o i prodotti liquidi da inalazione. Tutto rimarrebbe fermo con l’imposta di consumo sui liquidi con nicotina a 8 centesimi per millilitro e quelli senza nicotina a 4 centesimi per millilitro.
L’allarme era suonato alla fine della scorsa settimana, quando circolava voce di un emendamento a firma della relatrice Ruocco, nonché presidente della VI Commissione, con il quale si prevedeva di aumentare l’imposta sulle sigarette elettroniche. A stretto giro, è infatti circolato il testo di un emendamento a firma della relatrice che prevedeva di creare un fondo per le ristrutturazioni scolastiche attraverso l’aumento delle tasse sulle sigarette elettroniche. Dopo qualche ora Ruocco è uscita pubblicamente con una precisazione: ribadiva il suo impegno nei confronti dell’edilizia scolastica ma puntualizzava che non avrebbe toccato la fiscalità degli strumenti a rischio ridotto. Alle orecchie di chi aveva in mano l’emendamento è suonata come una melodiosa sinfonia. E i fatti, oggi che gli emendamenti sono stati tutti depositati e il provvedimento si avvia alla votazione, hanno confermato che dalla commissione non dovrebbe uscire nulla che possa portare nocumento al settore. Ma siamo soltanto al primo passaggio degli almeno altri undici – tra Decreto fiscale e Legge di bilancio, tra Camera e Senato – che da qui ad un mese riscriveranno le pagine economiche e fiscali dell’Italia del 2020.
Al Senato, dove invece si sta discutendo di Legge di Bilancio, sono rimasti in piedi due emendamenti: uno di Forza Italia che chiede di aumentare di 6 punti percentuali l’imposta sul tabacco riscaldato, abbassando di 2 punti millesimali quella sulle sigarette, e un altro della Lega che chiede di sopprimere l’articolo con cui dal prossimo anno saranno tassati i filtri e le cartine.