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Filtri e cartine più cari, sigarette a discrezione del venditore. Restano immutate le imposte su sigarette elettroniche e tabacco per riscaldatori. Questo emerge dal testo della Legge di Bilancio bollinata che oggi comincia l’iter di approvazione in Senato. Di particolare interesse è la relazione tecnica che accompagna gli articoli 80 e 81 della Legge, ovvero quelli riferiti al tabacco e alle relative accise. Se si è voluto intervenire soprattutto sul tabacco trinciato e sugli accessori per consumarlo è perché nell’ultimo anno si è notato un “notevole incremento nei consumi (+5,35%)“, i cui volumi “corrispondono al 6,5% del mercato“. Nello stesso periodo le sigarette hanno visto una contrazione del 4,36% che corrisponde ad una quota di mercato dell’85,58%. Soltanto nel 2005 la quota era del 98,03%. Secondo la relazione tecnica curata dagli uffici ministeriali dell’Economia, “è in forte espansione (+139,01%) la tipologia dei tabacchi da inalazione”, boom che ha consentito al tabacco riscaldato di arrivare a coprire il 3,98% del mercato. Dal 1 gennaio al 30 settembre 2019 sono stati immessi sul mercato 2.249.447 unità di ricariche per riscaldatori per un valore totale, tra Iva, accise, aggio e quota per il fornitore di 520.653.681 euro, ovvero il 117,35% in più rispetto lo scorso anno. Nei primi nove mesi del 2019, l’erario ha già incassato dal comparto dei tabacchi 13.948.003.344 euro, che corrisponde all’’1,3% in più rispetto lo scorso anno. Le scelte dell’esecutivo non hanno voluto però colpire gli strumenti a rischio ridotto (sigarette elettroniche e riscaldatori), lasciando inalterato lo sconto pari rispettivamente a un decimo e un quarto dell’imposta gravante sul tabacco.
Scorrendo l’andamento degli introiti nelle casse erariali degli ultimi anni, si registra una continuità di pressione nonostante il calo dei consumi. “Nel 2012 – si legge nella relazione – le entrate erariali sono state pari a 14,2 miliardi di euro, mentre nel 2013 e 2014 hanno subito una contrazione (13,5 e 13,6 miliardi di euro) anche per effetto di politiche di prezzo al ribasso adottate dai produttori, per contrastare le quali, con il decreto legislativo 188/2014, è stato modificato il sistema di tassazione prevedendo, in particolare, per le sigarette l’applicazione di un onere fiscale minimo e per gli altri prodotti una accisa minima. Negli anni successivi il gettito complessivo si è attestato intorno ai 14 miliardi di euro”.