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Obbligo di distruzione liquidi senza contrassegno: depositato ricorso al Tar

Gli avvocati Orlando e Di Mario, su incarico dell'azienda francese Mgps (Smooke France), hanno presentato un ricorso di urgenza chiedendo sospensione e annullamento degli obblighi prescritti da ADM.

Il provvedimento direttoriale con cui l’agenzia delle Dogane e Monopoli impone la distruzione dei liquidi da inazione privi di Contrassegno è illegittimo”. Gli avvocati Marco Orlando e Giovanni Di Mario hanno così presentato un ricorso di urgenza al Tar del Lazio chiedendone la sospensione d’urgenza il conseguente annullamento. Ad incaricare i legali è stata l’azienda di diritto francese Mgps (Smooke France di Pierre Siclari) ma con sede operativa e deposito fiscale in Italia.
Secondo il parere degli avvocati ricorrenti, il direttoriale conserva in prima battuta un eccesso di potere per manifesta ingiustizia, in violazione del Testo Unico sulle accise. “In maniera assai laconica, viene riferito che le rimanenze dei prodotti interessati in quanto non conformi alle disposizioni previste devono essere distrutte. Ma tale circostanza non si evince per nulla dalle disposizioni di legge di cui si pretenderebbe di dare applicazione. Cioè a dire che l’Amministrazione si è determinata a stabilire tale prescrizione in difetto dei necessari presupposti per procedere in tal senso. Ma non solo. È evidente, infatti, anche la manifesta ingiustizia di un simile provvedimento, laddove stabilisce alla data del 31 dicembre 2021 la distruzione da parte dei negozianti della merce non ancora venduta, nonostante l’avvenuto integrale pagamento dell’imposta di consumo all’erario. L’atto, al contrario, avrebbe dovuto più correttamente consentire, dato il totale assolvimento degli oneri posti a carico dei commercianti del settore con evidente dispendio di energie, la vendita dei prodotti sino al loro completo esaurimento. Tanto più che la disciplina transitoria investe soltanto aspetti formali, relativi agli involucri contenenti i prodotti in questione che nel loro contenuto non subiscono alcuna variazione ad opera della normativa introdotta”.
Oltre alla presunta violazione del Testo Unico delle Accise, i legali della Mgps sollevano anche una questione di illogicità dell’obbligo di distruzione. “La norma che consente la commercializzazione della sola merce dichiarata al 31 marzo 2021 appare opportunamente concepita al fine di autorizzare la vendita dei prodotti non conformi alla normativa emanata, legittimando così un regime transitorio che eviti, appunto, perdite ai commercianti che si siano approvvigionati anteriormente alla data del 1 aprile 2021. Al contempo, con la dichiarazione effettuata dai commercianti, si è altresì realizzata l’emersione e la precisa individuazione dei quantitativi di prodotti non conformi alla data del 31 marzo del corrente anno, impedendone così l’immissione nel mercato di ulteriori quantitativi. La precisa finalità della legge viene pienamente soddisfatta. Non risulta pertanto logico imporre anche la distruzione della merce in giacenza così accertata, con ulteriore aggravio di spesa per la distruzione a carico degli operatori del settore, già provato economicamente a cagione della pandemia”.
Il ricorso promosso dalla Mgps, se accolto con favore, potrebbe aprire una breccia attraverso cui oltrepassare il muro di silenzio dietro cui in questi anni si è riparata l’Agenzia delle Dogane e Monopoli. La richiesta degli avvocati Orlando e Di Mario – che hanno chiesto di essere ascoltati in Camera di Consiglio – dovrebbe ottenere dal Tar una risposta entro 30 giorni.

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