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Vaping Kaputt, maxi stangata fiscale sui liquidi per sigaretta elettronica

In Germania previsto aumento progressivo dell'imposta che entrerà a pieno regime nel 2026 quando un flacone da 10 millilitri sarà tassato di 3,2 euro.

La tassa sulla sigaretta elettronica arriva in Germania, domani il Bundestag darà il via libera finale. L’accordo è stato trovato in Commissione finanze, dove quella che si chiama Legge sulla modernizzazione del tabacco era in seconda e terza lettura. Preparata dal ministro delle finanze Olaf Scholz (Spd), varata dall’intero esecutivo di grande coalizione (Cdu, Csu, Spd), la proposta di legge era già rimbalzata tra le due camere del parlamento (Bundestag e Bundesrat), incontrando solo deboli opposizioni. Ieri l’annuncio dell’accordo, domani il voto finale. Dal prossimo anno l’entrata in vigore.
Nel dettaglio l’accordo raggiunto dai parlamentari della maggioranza poggia su un aumento progressivo della tassa, che riguarda tutti i liquidi, sia con che senza nicotina, scandito in quattro fasi. Si parte dal 1° luglio 2022 con 0,16 euro per millilitro (1,6 euro ogni flacone da 10 ml), per passare a 0,20 euro dal 1° gennaio 2024 (2 euro per 10 ml), a 0,26 euro dal 1° gennaio 2025 (2,6 euro per 10 ml) e a 0,32 euro, ovvero 3,2 euro per 10 millilitri, nell’ultimo stadio, che scatterà il 1° gennaio 2026.
Se il mondo del vaping è in subbuglio perché si tratta della prima imposizione fiscale sulla sigaretta elettronica in Germania, tra l’opinione pubblica e i media generalisti prevale l’attenzione sull’aumento delle accise sul tabacco. Di fatto è questo il punto centrale della nuova legge, ecig e altri prodotti innovativi come i riscaldatori seguono a ruota.
Non sorprende dunque che, al di là di appassionati e addetti ai lavori, la legge abbia incontrato scarsa resistenza. L’aumento del prezzo delle sigarette è ormai un’abitudine, la misura trova addirittura consenso nell’ampia fetta di non fumatori, perché considerata utile anche a fini sanitari nella lotta al tabagismo.
Ed è su questo punto che con la sigaretta elettronica (e in misura minore con i riscaldatori di tabacco) la questione si fa (e si è fatta) più spinosa. Perché trattare come una questione fiscale strumenti che sempre di più vengono ritenuti un sostegno alle politiche anti-fumo ha posto tutt’altro genere di problemi. E ha esposto al rischio di trattare le ecig come un altro strumento di danno (e non di riduzione del danno) dal quale difendersi. Sposando in tal modo una delle posizioni più controverse dell’Organizzazione mondiale della sanità (tutto o niente) e voltando le spalle alle politiche pragmatiche di uno dei servizi sanitari pubblici più antichi e più efficienti del mondo, quello britannico, che invece sponsorizza l’ecig per aiutare i fumatori ad abbandonare la sigaretta tradizionale. Che il ministero della sanità tedesco non abbia ritenuto di spendere una parola su questo passaggio legislativo la dice lunga, anche al netto della distrazione sulla pandemia. E nonostante dal mondo scientifico (più che da quello sanitario) siano giunte preoccupate lamentele.
Dall’aumento complessivo (quindi anche da quello sul tabacco), l’erario dello Stato si attende entrate aggiuntive che vanno dai 108 milioni di euro nel prossimo anno fino a 717 milioni di euro nel 2026. Sarà interessante alla fine anche fare il calcolo di quanti fumatori hanno abbandonato il tabacco grazie ai rincari sulle sigarette e quanti invece hanno mancato il passaggio all’ecig e al non fumo a causa degli aumenti per i prodotti del vaping. Potrebbe venirne fuori il paradosso di casse piene e salute vuota.

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