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Sigarette elettroniche e comunicazione: il Codice della discordia

È polemica per il documento redatto da Eurispes che verrà presentato domani a Roma. UniEcig e Anpvu tolgono la firma: "Ecig e riscaldatore non vengono differenziati".

Verrà presentato domani, martedì 6 luglio, a Roma, il codice di autoregolamentazione per la comunicazione e la vendita dei prodotti senza combustione scaturito dopo circa un anno di confronto tra associazioni del settore delle sigarette elettroniche, del tabacco, dei consumatori e alcuni esperti tra cui il compianto Antonio Catricalà e i medici Fabio Beatrice e Francesco Cognetti. A farsi da connettore delle istanze è stato l’istituto Eurispes che richiamato attorno a sè le associazioni maggiormente rappresentative della filiera.
Il documento però non è stato firmato da tutti i partecipanti originari, tant’è che domani la filiera sarà rappresentata dalla sola Anafe-Confindustria. Hanno infatti abbandonato, ritirando la firma, sia l’associazione dei negozianti UniEcig che le due dei consumatori, Anpvu e Adiconsum. Non potrà essere presente per impegni precedentemente assunti il professor Beatrice ma nel panel dei relatori è prevista la partecipazione di Johann Rossi Mason, neo direttore dell’osservatorio Mohre, del cui board scientifo è presidente Beatrice. Gli altri partecipanti: Toxiri e Risso (Fit); Baldazzi e Saso (Eurispes), Cognetti (ospedale Regina Elena di Roma). Il documento sarà presentato – a porte chiuse – a una decina di parlamentari che hanno dimostrato disponibilità all’ascolto.
Seppure i lavori siano stati coordinati da Eurispes, l’incontro è organizzato ufficialmente dalla rivista Formiche con il contributo economico di Philip Morris. Non a caso, la prima parte del titolo dell’evento richiama proprio lo slogan utilizzato dalla multinazionale: “Un futuro senza fumo. Buone pratiche per una corretta comunicazione”.
Il documento non è stato firmato dalle associazioni del vaping perché, secondo loro, non chiarisce la distinzione tra le sigarette elettroniche e i riscaldatori di tabacco.

Carmine Canino (Anpvu)

Abbiamo sempre lottato per una opportuna e doverosa differenziazione tra e-cig e tutti gli altri prodotti che utilizzano tabacco – spiega Carmine Canino, presidente di Anpvu – per questo motivo è con profonda delusione che riscontriamo quanto il documento redatto dal gruppo di lavoro non rispecchia assolutamente le linee da noi auspicate. Abbiamo più volte espresso la nostra contrarietà all’equiparazione dell’e-cig agli altri sistemi; notiamo invece che il documento questa distinzione non la fa ma ingloba tutto in un’unica categoria di cosiddetti prodotti senza combustione. Tale equiparazione, a nostro avviso, risulta essere non corretta sia dal punto di vista tecnico che da quello scientifico in quanto i suddetti prodotti hanno differenti impatti sulla salute, quindi dovrebbero essere regolati in maniera differente. In un primo momento abbiamo ritenuto opportuno di suggerire alcune modifiche al documento ma abbiamo dovuto prendere atto di quanto il nostro apporto sia stato, deliberatamente e totalmente, ignorato. Inoltre siamo rimasti, profondamente basiti nel costatare che il codice di autoregolamentazione sarà presentato durante un evento ad hoc organizzato grazie al contributo di Philip Morris Italia, azienda che però non ha mai partecipato ai tavoli di lavoro. Tale circostanza ci ha profondamente disorientato: abbiamo così deciso di ritirare immediatamente la nostra firma dal codice di autoregolamentazione”.
Anche Antonella Panuzzo, presidente di UniEcig, ha ritirato la firma dal documento finale. “Fin dall’inizio ho premesso che la mia partecipazione era legata alle conclusioni che non potevano non tenere conto della netta distizione tra le sigarette elettroniche e i riscaldatori di tabacco. Così non è stato. Oltretutto la sponsorizzazione di Philip Morris  Italia suscita molte perplessità, soprattutto perché non ha mai partecipato ai lavori e neppure firmato il codice di autoregolamentazione”.
Nella querelle interviene anche British American Tobacco che, essendo stata invitata all’ultimo incontro ma non a tutti quelli precedenti, ha dimostrato perplessità riguardo all’iniziativa e lo ha comunicato direttamente ad Eurispes, promotore dell’iniziativa. L’azienda lamenta di non essere stata coinvolta nei lavori, pur avendo chiesto di partecipare. “Ora ci proponete – spiega Bat nella missiva – di condividere un Codice già definito che mescola, non solo al nostro modesto avviso ma anche ad avviso della comunità scientifica, erroneamente, i prodotti del tabacco riscaldato e delle sigarette elettroniche, due mercati da tutti considerati come distinti e autonomi, visti come non sostituibili dagli stessi consumatori. Per giunta, la scrivente vostra associata Bat era all’epoca la sola azienda attiva in Italia in entrambi i mercati, quello del tabacco riscaldato e quello delle sigarette elettroniche e non ci risulta che alcun operatore, attivo nel mercato del tabacco riscaldato, ha partecipato al gruppo di lavoro. Mal si comprende, quindi, come si pretenda ora d’estendere il Codice anche a questo distinto settore, senza aver prima coinvolto gli stakeholder del settore”. 

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