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La prevista tassa sulla sigaretta elettronica rappresenterebbe un duro colpo per gli svapatori sudafricani e per i fumatori alla ricerca di alternative meno dannose al fumo. Renderebbe infatti i fumatori meno propensi a compiere quel passaggio essenziale verso alternative meno dannose a causa del prezzo più elevato.
È quanto sostiene in un recente commento il settimanale africano Mail&Guardian, che prende di mira l’intenzione del governo di Pretoria (è in questa città che ha sede l’esecutivo) di introdurre una tassa sul vaping.
Lo scorso 15 dicembre, infatti, il Ministero del tesoro aveva pubblicato un documento di discussione intitolato Taxation of Electronic Nicotine and Non-Nicotine Delivery Systems (ENDS), dopo che il titolare del dicastero aveva dichiarato, nel discorso sul bilancio di febbraio 2020, che avrebbe avviato il processo per introdurre un’accisa sui prodotti elettronici a vapore. Le motivazioni che coprono esigenze di pura natura finanziaria sono sempre le stesse: il presunto rischio di diffusione tra i giovani e la teoria gateway del passaggio dal vapore al fumo, ormai scientificamente smentita dalle ricerche mediche.
Sebbene il mercato di ENDS sia ancora agli inizi in molti paesi in via di sviluppo come il Sudafrica, aveva detto il ministro, in altri mercati è stata osservata una preoccupante crescita del consumo di questi prodotti tra i giovani, che può minare gli sforzi globali sul controllo del tabacco. Una macedonia di tesi che non convince il giornale africano. “La tassa proposta dal tesoro rappresenta un’occasione persa per affrontare, una volta per tutte, il problema del fumo in Sudafrica”, scrive il Mail&Guardian, “essa avrà un impatto indesiderato sulla capacità dei fumatori di accedere ad alternative meno dannose del tabacco combustibile. Ciò va contro l’obiettivo di garantire una riduzione del consumo di tabacco. Il profilo di danno ridotto di ENDS è stato stabilito attraverso molteplici studi”.
E il settimanale ripercorre i principali, attingendo consapevolmente alla letteratura in materia britannica: sia il Royal College of Physicians del Regno Unito che il Public Health England hanno scoperto che, sebbene non completamente sicuro, lo svapo è per il 95% meno dannoso del fumo.
Il governo del Regno Unito è arrivato al punto di valutare la fornitura di ENDS come un beneficio dell’assicurazione sanitaria nazionale per i fumatori che desiderano ridurre la loro esposizione ai danni del tabacco, riprende ancora il Mail&Guardian: “Ciò è dovuto al riconoscimento che il fumo è una delle abitudini più difficili da eliminare e alla consapevolezza che i metodi tradizionali per smettere, come l’uso di terapie sostitutive della nicotina tipo gomme o cerotti, non hanno nemmeno la metà del tasso di successo dei prodotti di svapo”.