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We Vape We Vote, in Usa il tour per difendere la sigaretta elettronica

In vista delle elezioni di Midterm, le associazioni del vaping portano in giro per il Paese la voce di operatori e consumatori.

È partito lo scorso 8 ottobre da Prescott Valley, in Arizona, il “We Vape We Vote ’22 Tour” per amplificare la voce dei consumatori di sigaretta elettronica alla vigilia delle elezioni di Midterm, che si terranno il prossimo 8 novembre e rinnoveranno la Camera dei rappresentanti e un terzo del Senato americani. Il messaggio che l’autobus blu porterà ai candidati, ma anche alle comunità locali, è chiaro: i vaper ci sono e combattono e faranno sentire il loro peso su queste consultazioni, dando il loro appoggio ai candidati che sostengono il vaping.
E a dimostrare quanto il voto dei consumatori possa influire sul voto, è arrivato nei giorni scorsi un sondaggio della fondazione Americans for Tax Reform, cosponsor dell’iniziativa insieme alle associazioni American Vapor Manufacturers, Casaa e Iowa Vape Association. L’indagine rivela che i vaper sono molto attivi politicamente, inclini a scegliere un candidato contrario a un aumento delle tasse o al divieto sugli aromi per le sigarette elettroniche e addirittura l’83% darà il suo voto solo sulla base delle posizioni sull’e-cigarette. “Ci sono 20 milioni di vaper adulti negli Stati Uniti – commenta Tim Andrews, responsabile delle politiche per i consumatori della fondazione – Ciò equivale ad almeno 45 mila svapatori in ogni distretto del Congresso, un numero che può facilmente da fare la differenza nei casi in cui vi sia poca differenza fra i candidati”.
Il We Vape We Vote Tour toccherà dodici città in altrettanti Stati, dove si organizzeranno, fra l’altro, manifestazioni nei negozi, registrazioni per il voto (necessarie negli Usa per partecipare alle elezioni) e discussioni con i legislatori. “Ogni cittadino americano – commenta l’organizzazione – dovrebbe avere il diritto di usare la sigaretta elettronica per smettere di fumare. Le decisioni fondamentali sulla salute dovrebbero spettare all’individuo. Non alla Food and drug administration, non ai Centers for disease control e, di certo, non ai politici che siedono nel Congresso di uno Stato-mamma. Non sono i burocrati di Washington – conclude la presidente di American Vapor Manufacturers, Amanda Wheeler, che sta girando il Paese a bordo del vape-bus – a dover decidere quali comportamenti rischiosi possono assumere gli americani, né quando sono pronti ad affrontare le loro dipendenze”.

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