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Strumenti senza combustione valida soluzione in strategia di riduzione del danno

Il team del progetto di ricerca “In Silico Science” del Coehar ha stabilito nuovi standard per un’efficace revisione della letteratura scientifica.

Il passaggio dal fumo agli strumenti senza combustione può rappresentare una valida soluzione nelle strategie di riduzione del danno. Per coloro che cercano l’obiettivo finale di una completa cessazione dalla nicotina, ma che non sono in grado di smettere da soli, l’uso di prodotti a rischio ridotto può migliorare le condizioni di salute riducendo al tempo stesso i danni causati dal fumo. Tuttavia, al fine di fornire alle persone che fumano dati scientifici rilevanti e affidabili, è essenziale valutare quali sono gli effetti sulla salute del passaggio al vaping. Il team del progetto di ricerca “In Silico Science” del Coehar, guidato dalla dottoressa Renée O’Leary, ha stabilito nuovi standard per un’efficace revisione della letteratura scientifica.  In questo nuovo lavoro “Respiratory health effects of e-cigarette substitution for tobacco cigarettes: a systematic review” i ricercatori hanno analizzato 16 studi da 20 pubblicazioni: la maggior parte degli studi non ha mostrato differenze nei parametri respiratori. Ciò indica che la sostituzione del fumo con sistemi elettronici di somministrazione di nicotina probabilmente non comporta ulteriori danni alla salute respiratoria.
“Abbiamo condotto – ha spiegato O’Leary – una sintesi tabellare in base al disegno dello studio, alla popolazione, alle misurazioni dei test e ai bias. Non sono state riportate differenze significative in 43 test tra l’uso della sigaretta elettronica e l’uso delle sigarette convenzionali”. La revisione ha incluso 5 studi provenienti dalla Grecia, 4 dal Regno Unito, 3 dagli Stati Uniti, 2 dall’Italia e 1 ciascuno dal Belgio e dall’Ungheria. I partecipanti avevano un’età compresa tra 18 e 73 anni, di cui 1.357 partecipanti che fumavano. Sei studi includevano partecipanti con asma o BPCO. Nove studi hanno presentato dati di follow-up che vanno da 5 giorni a 5 anni e hanno riscontrato miglioramenti in alcuni test di funzionalità polmonare. Per i partecipanti senza malattie respiratorie, gli studi non hanno mostrato un peggioramento clinicamente significativo della funzione polmonare con l’uso di elettroniche. Quattro studi acuti e 5 a breve termine non hanno registrato cambiamenti nei partecipanti sani che utilizzavano elettroniche. “Uno dei problemi riscontrati durante la nostra valutazione – conclude O’Leary –  è che molti studi non erano di durata sufficiente per osservare eventuali effetti dannosi o positivi proprio perchè questi potrebbero richiedere tempo per manifestarsi. Abbiamo bisogno di studi a lungo termine e, soprattutto, di un disegno di ricerca di buona qualità”.

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