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Sigarette elettroniche usa e getta, via libera francese al divieto

L'ultima parola però spetta alla Commissione europea che ha già interrotto una volta analoga normativa del Belgio.

La Francia dice no alle sigarette elettroniche. Con voto unanime, l’Assemblea nazionale ha deciso che non potranno più essere non solo vendute ma neppure usate sul territorio francese. In sostanza, vengono estromesse dal mercato. La legge diventerà operativa soltanto dopo il voto di conferma del Senato che avverrà nella prima metà del 2024. Il divieto ha raccolto unanime consenso: da tutti i gruppi, sino alle associazioni degli operatori del tabacco. Tuttavia, potrebbe essere la Commissione europea a far tornare la Francia sui propri passi. Spetta all’istituzione dell’Unione, infatti, ratificare il divieto verificando la conformità con il diritto comunitario. La Commissione ha sei mesi di tempo per autorizzare o respingere il divieto delle sigarette elettroniche monouso.
Secondo l’economista ed esperto di diritto comunitario Vincent Couronne non è scontato che l’Europa dia il via libera alla legge transalpina. “La direttiva sui prodotti del tabacco nell’Unione europea consente agli Stati di adottare misure eccezionali solo in alcuni casi particolari”. E cita l’articolo 54 della Tpd: Al fine di tenere conto dei possibili sviluppi futuri del mercato gli Stati membri possono vietare una categoria di prodotti del tabacco a causa di una situazione specifica del loro paese, a condizione che tale divieto sia giustificato dalla necessità di proteggere la salute pubblica, tenuto conto dell’elevato livello di protezione garantito dalla direttiva”. Insomma, la Francia deve riuscire a dimostrare che le sigarette elettroniche monouso pongono un particolare problema di salute pubblica, come potrebbe essere ad esempio l’aumento della dipendenza tra i più giovani. Ma al momento non ci sono studi scientifici o cifre precise sul consumo. “La Commissione – conclude Couronne – guarda sempre se il divieto è proporzionato, quindi il rischio è che preveda soluzioni alternative come ad esempio il pacchetto neutro, ovvero senza immagini e colore uguale per tutti”.
Un caso analogo ha già coinvolto il Belgio che avrebbe voluto attuare analogo provvedimento. La Commissione, che ha ricevuto una prima notifica dal governo belga nel dicembre 2022, ha chiesto di integrare la documentazione perché il fascicolo non doveva basarsi solo sulle questioni di salute pubblica ma anche su quelle ambientali. L’integrazione è già stata inviata alla Commissione: la risposta europea, prevista entro marzo 2024, avrà quindi valore di test anche per la Francia.

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