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Aromi (tar)tassati: democrazia e libertà

L'editoriale del nuovo numero della rivista cartacea Sigmagazine da oggi in distribuzione.

Ormai è una costante. Non passa inverno che non porti una novità fiscale. Questa volta però non si tratta di un ritocco dell’imposta di consumo già esistente ma del nuovo balzello che toccherà gli aromi. O, per dirla in politichese, che “graverà su tutti i prodotti allo stato liquido destinati a fornire un gusto caratterizzante alla miscela neutra”. In parole povere, il legislatore – su pressione dell’industria della sigaretta elettronica – ha deciso di equiparare gli aromi concentrati e gli scomposti ai liquidi pronti all’uso senza nicotina. Si comincerà dal prossimo mese di maggio. Per almeno sei mesi i prodotti non conformi potranno ancora circolare sul mercato al dettaglio.

La copertina dell’edizione di Sigmagazine gennaio-febbraio 2024

Si tratta di una riforma epocale che consegna definitivamente l’intera filiera al controllo dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Era possibile che andasse così; sarà impossibile tornare indietro. Un bene? Un male? Chi lo sa. Se a livello ideologico qualsiasi tipo di monopolio è da considerarsi una iattura, a livello pratico si potrebbe obiettare che in questo modo tutta la merce dovrà seguire un percorso obbligato e monitorato di produzione e vendita. Sarà però fondamentale che lo Stato riesca a garantire i controlli per arginare il fenomeno del mercato nero che inesorabilmente sarà destinato a proliferare, come d’altronde accade ogni volta che intervengono politiche protezionistiche o di limitazione della libera circolazione. L’auspicio è che l’autorità non vada a infierire contro i rivenditori regolari ma che riservi gran parte delle forze e delle risorse per cercare chi opererà nell’ombra. È molto semplice chiedere i documenti a chi li ha; molto più complicato è riconoscere qualcuno di cui non si conoscono le generalità.
Intanto si è sempre in attesa del decreto attuativo della delega ottenuta dal governo per la regolamentazione del mercato sul web. I due anni di tempo scadranno nella primavera del 2025, c’è ancora molto tempo, e il testo potrebbe arrivare in qualsiasi momento. Anche in questo caso si è intervenuto per limitare ulteriormente – ed è un eufemismo – una attività che era già regolata e controllata dal monopolio. La maturità di una democrazia si misura anche con la libertà di commercio. Tanto più questa viene limitata, tanto più si accorcerà la prospettiva di crescita personale e collettiva.

(editoriale tratto da Sigmagazine #42 gennaio-febbraio 2024)

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