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L’industria della sigaretta elettronica inglese vuole il modello di vendita italiano

Presentato in parlamento il piano proposto dall'associazione del vaping Ukvia: dispositivi elettronici e liquidi soltanto presso i punti vendita autorizzati dallo Stato.

È stato presentato ieri, mercoledì 21 febbraio, nel Parlamento inglese il piano proposto dall’associazione del settore del vaping UKvia per introdurre un sistema di autorizzazioni per i negozi e i distributori di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione, un po’ come accade in Italia. L’industria britannica già da tempo chiedeva l’introduzione di questa misura ma ora arriva con una sua proposta concreta, elaborata grazie al confronto con esperti della materia e con il sostegno di alcuni parlamentari. Secondo i promotori, un tale sistema aiuterebbe ad arginare non solo la vendita ai minori di prodotti a loro vietati, ma anche quella di dispositivi di contrabbando, soprattutto monouso. Un fenomeno, quello del traffico illecito, che ha già raggiunto dimensioni preoccupanti nel paese e che si teme andrà ad aumentare nel caso passasse il divieto per le e-cig usa e getta proposto dal governo.
Attualmente in Gran Bretagna la vendita di sigarette elettroniche non è soggetta ad alcun vincolo. “Questo significa – spiega UKvia – che chiunque, negozi specializzati, drogherie, pasticcerie, tassisti o parrucchieri, possono vendere prodotti del vaping. E significa anche che quei rivenditori che infrangono la legge vendendo ai minori o fornendo prodotti illegali, hanno buone possibilità di farla franca”. Un sistema di licenze, secondo l’associazione, non solo porrebbe un argine a queste pratiche scorrette ma produrrebbe anche fondi per finanziare i controlli, attraverso le tariffe di adesione (che sarebbero più alte per i grossisti e più basse per i negozi) e le multe comminate a chi infrange la legge.
Per avere la licenza bisognerà soddisfare specifici criteri. I rivenditori dovranno dimostrare di mettere in atto misure per impedire la vendita di vaporizzatori ai minori di non vendere agli stessi nemmeno vaporizzatori senza nicotina, di tenere in magazzino e vendere solo prodotti conformi, operare legalmente in tutte le aree dell’attività, di promuovere i prodotti nell’ambito delle normative pubblicitarie e di rispettare gli obblighi ambientali. I distributori dovranno inoltre garantire di rispettare gli obblighi di marketing, ambientali e commerciali, oltre a garantire di tenere in magazzino solo prodotti conformi, di formare il personale alla corretta manipolazione e conservazione dei prodotti e di non tenere in magazzino o vendere prodotti che potrebbero essere considerati apertamente attraenti per i giovani. “Attività come takeaway, parrucchieri, estetisti, tassisti e parcheggi, luoghi di eventi come cinema e teatri e operazioni di eventi, come fiere e carnevali, non saranno autorizzati a vendere sigarette elettroniche”, precisa Ukvia.
Per chi trasgredisce sono previsti quattro livelli di sanzioni con la multa più alta paria a 10 mila sterline per i rivenditori e 100 mila per i distributori. Le attività autorizzate sarebbero sottoposte a regolari controlli e ispezioni, mentre verrebbero ampliati i poteri degli organi di controllo locali, i Trading Standards, che potrebbero elevare multe sul posto. Sanzioni salate anche per rivenditori e grossisti che agiscono senza autorizzazione, che sarebbero soggetti ad una multa immediata pari all’importo massimo della sanzione per i titolari di licenza, oltre al sequestro di tutte le scorte e al pagamento di una futura ispezione. Potrebbe, inoltre, essere rifiutata l’autorizzazione a chi ha commesso infrazioni in passato.
Secondo Dan Marchant, curatore del piano, amministratore delegato di Vape Club e co-fondatore di UKvia, “un sistema di autorizzazioni solido ed equilibrato è fondamentale per garantire che la legge possa effettivamente essere applicata e per inaugurare una nuova era di responsabilità, affidabilità e migliori pratiche nel settore del vaping”. Ne è convinto anche John Dunne, direttore di Ukvia. “È necessario agire per porre fine alle vendite ai minori e di prodotti illegali. Il divieto dei prodotti usa e getta metterà il turbo al mercato nero e renderà i vaporizzatori più facilmente accessibili illegalmente ai giovani, mettendo al contempo fuori legge un prodotto che ha aiutato molti adulti a smettere di fumare. Il governo deve invece colpire i commercianti disonesti, garantendo che le leggi esistenti possano essere applicate in modo efficace e proattivo: questo è il progetto per far sì che ciò accada”.

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