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Sigarette elettroniche, l’illuminato compito della politica: governare senza proibire

L'editoriale del bimestrale cartaceo di marzo-aprile, in distribuzione a partire da lunedì 18 marzo.

Ancora non è ancora chiaro come avverrà il passaggio degli aromi concentrati e dei liquidi scomposti all’interno dell’Agenzia delle dogane e monopoli. Eppure manca meno di due mesi. I rivenditori dovranno fare i conti con le giacenze di magazzino mentre produttori e distributori con la fornitura dei contrassegni fiscali da applicare. Se già grandi difficoltà emersero tre anni fa, quando l’obbligo riguardò i soli liquidi pronti all’uso, chissà cosa accadrà questa volta, visto che la quantità dei prodotti in questione è di circa quindici volte superiore. L’unica certezza è che gli aromi e gli scomposti senza contrassegno fiscale potranno essere venduti ancora per un periodo limitato, poi tutto sarà radunato sotto l’ombrello del monopolio.
Ora che il controllo della filiera da parte di Adm è totale, sarebbe anche il momento di rivedere la cosiddetta equivalenza fiscale, quel complicato e assurdo calcolo che equipara il tabacco ai liquidi da inalazione, a favore di una scissione del prelievo.

In copertina: Laura Azzolina (ESvapo Catania)

Un auspicio che perfino il sottosegretario all’economia Federico Freni ha reso pubblico attraverso le nostre colonne, e che avrete modo di leggere nelle prossime pagine. In questo caso l’Unione europea potrebbe arrivare in soccorso. Nei prossimi mesi cominceranno a essere discusse le due principali direttive che regolamentano il settore: la Tpd e la Ted, la prima riguarda la vendita e la produzione, la seconda l’imposizione fiscale. Ed è proprio su quest’ultima che si dovrà porre l’attenzione. Se le previsioni saranno confermate, l’Europa porrà un’imposta minima sui liquidi da inalazione che varierà a seconda del contenuto di nicotina. A quel punto i legislatori nostrani avranno gioco facile a sganciarli dal meccanismo dell’equivalenza con il tabacco, perché potranno fare riferimento a un dato oggettivo (i milligrammi di nicotina) e non empirico (i “puff” garantiti da 1 millilitro di liquido).
Intanto il fenomeno delle usa e getta, dopo aver sollevato l’intenso dibattito per le ricadute ambientali, pare avere le ore contate. Il fronte proibizionista è sempre più nutrito e negli ultimi tempi ha arruolato anche il Regno Unito, la Polonia e la Francia. Chissà se si aggiungerà anche l’Italia. In queste occasioni è bene ricordare che la visione politica si basa sul governo, non sul divieto, sull’illuminismo, non sull’oscurantismo; sulla pianificazione, non sull’improvvisazione. In troppi lo dimenticano.

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