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Pubblicità tabacco e sigaretta elettronica, la Svizzera si divide e il divieto non passa

La proposta voleva tutelare i giovani. Ma appare assai complicato attuare una norma che targettizza i messaggi commerciali.

Quella pubblicità s’ha da fare. O meglio, non s’ha da vietare. Il Parlamento svizzero ha respinto con 121 voti a 64 (5 astensioni) la proposta di vietare tout court la pubblicità del tabacco e delle sigarette elettroniche. Le intenzioni dei proponenti tendevano a vietare esclusivamente i messaggi promozionali rivolti ai minori, lasciando invece lecite le comunicazioni commerciali per gli adulti. Una divisione di questo tipo è assai complicata da attuare e quindi il parlamento si è espresso contro la proposta che aveva ottenuto già la maggioranza in un referendum nazionale tenutosi a febbraio del 2022. Adesso la proposta dovrà tornare al Senato. Se verrà respinta  nuovamente oppure se la Camera dei Rappresentanti si opporrà una seconda volta, l’idea sarà definitivamente archiviata. A quel punto il Parlamento dovrà elaborare un piano ex novo per dare attuazione al divieto di pubblicità.
Un accordo tra i partiti a oggi appare assai improbabile. Mentre dal centro e dalla destra le critiche riguardano la generalizzazione del divieto, ritenendo che la legge sarebbe inapplicabile e irragionevole nella pratica, la sinistra e i verdi vorrebbero un’applicazione rigorosa della proposta volta ad ottenere un divieto totale della pubblicità del tabacco e della sigaretta elettronica.

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