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di Stefano Caliciuri
In occasione dell’annuale conferenza stampa riassuntiva dell’attività della Corte Costituzionale nell’anno 2015, il presidente della Consulta Paolo Grossi, di fronte il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha posto l’accento sulla sentenza che ha riguardato il comparto del fumo elettronico. “Le pronunce hanno avuto per oggetto in misura nettamente prevalente discipline statali, 126; molto meno spesso, 17 casi, leggi regionali. Osservate macroscopicamente e secondo una classificazione tradizionale i provvedimento hanno riguardato misure di lavoro e previdenza, di diritto e ordinamento civile, di diritto tributario. Tra questi cessione e produzione di energia delle attività agricole e regime fiscale applicabile alla cosiddetta sigaretta elettronica“.
La sentenza, ricordiamo, ha preso in esame la tassazione del 2014, quella cioé che imponeva un aliquota di oltre il 58 per cento su tutti i prodotti del vaping. La sentenza stabilì, invece, che la norma bocciata “affida ad una valutazione, soggettiva ed empirica – la idoneità di prodotti non contenenti nicotina alla sostituzione dei tabacchi lavorati – l’individuazione della base imponibile e nemmeno offre elementi dai quali ricavare, anche in via indiretta, i criteri e i limiti volti a circoscrivere la discrezionalità amministrativa nella definizione del tributo. Né l’elasticità delle indicazioni legislative è accompagnata da forme procedurali partecipative, già indicate da questa Corte come possibile correttivo”. Quest’anno la Corte costituzionale, dando seguito ai ricorsi già effettuati nei tribunali amministrativi, probabilmente sarà chiamata a decidere le sorti della tassazione 2015, ovvero i quasi 6 euro su ogni 10 millilitri di eliquid.