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Voci e immagini della manifestazione nazionale fumo elettronico

Sette luglio 2015, una data storica. Il comparto del fumo elettronico scende in piazza per manifestare la propria contrarietà alle vessazioni fiscali e normative. Ecco le voci dei protagonisti.

di Stefano Caliciuri

Milano, Palermo, Cagliari, Brindisi, Viterbo. E poi Verona, Torino, Crotone, Caserta, Trieste. E ancora Pescara, Lecce, Reggio Calabria, Pavia, Varese, Bologna. E tanti altri, impossibile da elencare tutti. Nonostante il caldo soffocante e nonostante il giorno feriale in mezzo alla settimana, quasi cinquecento tra rivenditori, produttori e distributori del comparto fumo elettronico provenienti da ogni angolo d’Italia hanno movimentato il mezzogiorno romano. Hanno urlato la loro rabbia in faccia ai vertici del ministero dell’economia e delle finanze. Gli occhi attenti dei poliziotti non hanno potuto fare altro che constatare l’assoluta compostezza dei manifestanti. Nessuna polemica, nessun gesto di maleducazione: soltanto tanto fiato nei polmoni per gridare inni e slogan a sostegno dello svapo e contro la “spacconeria” di Aams. Peccato che dal ministero, nonostante le quattro ore di presidio, nessuno abbia avuto la curiosità di sapere perchè un comparto stesse scioperando. Nessuno ha convocato le associazioni nonostante fossero tutte presenti di fronte al ministero. I dirigenti del Mef non avrebbero fatto alcuno sforzo, si trattava semplicemente di ascoltare le richieste per quindici minuti, prendere atto e salutare. Non è un bel biglietto da visita per una istituzione che dovrebbe rappresentare l’interesse dei cittadini, dei contribuenti, dei lavoratori che pagano le tasse. Nota di colore: nonostante siano entrate sul mercato con alcuni prodotti da inalazione, in piazza mancavano le multinazionali del tabacco.
Non a caso su alcuni striscioni compariva la dicitura “Gnaams”, gioco di parole tra l’acronimo dell’azienda di Stato e l’onomatopea di una grande abbuffata. Tutti presenti, insomma. Moltissimi rivenditori indipendenti, quasi tutti i marchi franchising, Fiesel, Anide, Anafe. Un solo politico in mezzo ai manifestanti: Filippo Busin, da sempre portavoce in Parlamento delle istanze del comparto. Con il  cronista di Sigmagazine non ha usato mezzi termini per definire “una porcheria” la maniera in cui il governo sta trattando il comparto del fumo elettronico. “Il mio ordine del giorno va proprio nella direzione di tutela del settore: meno vessazioni, meno imposizioni ma anche più controlli ai danni di contrabbando e mercato nero”.

Il sottosegretario all’economia Morando, intercettato da Sigmagazine all’ingresso del Ministero, non ha voluto rilasciare dichiarazioni poiché, ha detto, “la materia non è di mia competenza”. Una manifestazione che, alla vigilia della decisone del Tar che dovrà pronunciarsi sull’eventuale sospensione della tassa, ha segnato un punto a favore del fumo elettronico. Un fronte compatto per dire a gran voce che le regole devono esserci ma eque e valide per tutti. E che allo stesso tempo ci vogliono anche rigore e sanzioni nei confronti di chi queste regole non le accetta o furbescamente le scavalca.

Massimiliano Federici (Fiesel): “Sono soddisfatto della partecipazione. E’ ovvio che si può e si deve sempre fare di più ma oggi è una giornata importante per lo svapo che torna in piazza senza bandiere di appartenenza ma all’insegna dell’unità”.

Elisabetta Robotti (Anide): “Oggi gran bella giornata. Domani è importante. Ma ancora più importante sarà dopodomani quando, spenti i riflettori sulla manifestazione e uscita la sentenza, dovremo essere lungimiranti e capaci di continuare a lottare tutti insieme, percorrendo la stessa strada senza divisioni o contrapposizioni interne. La nostra rabbia, semmai, deve essere convogliata verso chi vuole affossarci, non sfogata tra di noi”.

Massimilino Celeghin (DeOro): “Sono contento. Tutti insieme per sostenere un’unica battaglia che è poi a favore di tutti. Mi dispiace soltanto non aver visto molti vapers. Qui ho visto solo gli addetti ai lavori, forse qualche voce in più, quella dei consumatori, poteva anche essere rappresentata. Peccato per loro, è stata un’occasione persa”.

Aldo Mastandrea (T-Svapo): “La nostra richiesta è semplice: vogliamo lavorare nella legalità e nel rispetto delle regole. Però le regole devono essere chiare e uguali per tutti. Una tassazione come quella attuale è fatta per affossare il settore. Da tempo proponiamo, se proprio si vuol tassare qualcosa, di tassare la nicotina. Non bisogna eccedere però: penso che un euro ogni 10 milliltri potrebbe essere un’imposizione più che accettabile”.

Roberto Aimasso (Puff): “Quando si vivono giornate intense come quella di oggi puoi proprio dire che siamo riusciti a creare un bella cosa. Nessuno lo avrebbe detto quattro anni fa. E invece oggi ci siamo tutti, produttori e rivenditori, distributori e qualche vapers, per difendere quello che per alcuni è un lavoro, per altri una passione. Spero che si possa andare avanti così, all’insegna dell’unità e della coerenza”.

Paolo Bertacco (Real): “Non c’è che dire: bella la piazza, bella la gente, bello l’effetto. Ora bisogna attendere la sentenza del Tar e poi da giovedì sono sicuro che il comparto rivivrà con una rinnovata certezza: uniti ce la possiamo fare”.

Stefano Pozzi (Smokie’s): “Il peccato originale è da ricercare nell’equivalenza sigarette tradizionali-ecigs. La confuzione nasce da lì. Non vorrei sbilanciarmi troppo ma presumo che domani il Tar potrebbe dare una sorte di sospensiva “a tempo”, entro cui poter ragionare su una riformulazione della tassa. Se così sarà ne riparlemo a novembre”.

Stefano Giorgetti (Vaporart): “L’importante è scalare un gradino alla volta. Oggi abbiamo partecipato alla manifestazione. Da domani penseremo al Tar. In questo ultimo anno e mezzo siamo stati sommersi da una valanga di bugie. Oggi abbiamo dato prova che nonostante quello che si dica siamo uniti e determinati a portare avanti la nostra battaglia”.

Mosè Giacomello (Efvi): “Siamo abbastanza soddisfatti del risultato ottenuto. Ora ci aspetta una partita altrettanto importante: la sentenza del Tar. Ma da domani: oggi godiamoci questo primo punto a nostro favore sotto l’egida di unità e concretezza”.

UPDATE: Ad oltre due ore e mezzo dal termine della manifestazione e un’ora dopo la pubblicazione di quest’articolo, Efvi, Fiesel e Anafe sono state contattate e poi ricevute dal capo legislativo del Mef. Sostanzialmente ha detto di non essere a conoscenza della situazione (sic!) e si è detto disponibile a reincontrare le associazioni dopo la sentenza del Tar, ovvero a partire da giovedì 9.

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