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Assifel rinuncia all’appello in Consiglio di Stato

Pubblichiamo integralmente il comunicato stampa inoltrato da Assifel con cui dichiara di non voler affrontare la discussione in appello presso il Consiglio di Stato.

Assifel comunica che di concerto con i propri legali ha rinunciato alla discussione dell’appello presso il cds. È infatti evidente come la discussione cautelare fissata per il giorno 8 ottobre p.v. in Roma dinanzi al CdS sia divenuta oggi pressoché inutile proprio perché il Consiglio l’ha fissata ad una data talmente ravvicinata rispetto all’udienza di merito che si terrà dinanzi al Tar Lazio il 4 novembre, da rendere pressoché nulli i vantaggi di una decisione sulla sospensione della disciplina vigente. Siamo comunque convinti di aver raggiunto il nostro obiettivo strategico semplicemente con la presentazione dell’ appello che conferma la nostra posizione .
Ci teniamo a ribadire che non si nutriva alcuna aspettativa in merito ad una decisione che avesse esteso la sospensiva ma si voleva far passare il messaggio presso gli organi giurisdizionali (Tar Lazio in primis) che Assifel e gli associati insistono con tutti i mezzi processuali a loro disposizione (anche quelli in via cautelare, senza risparmiare alcuna iniziativa) per ottenere la sospensione e l’annullamento integrale della disciplina vigente e la sua riscrittura da parte del legislatore, senza avallare minimamente l’idea dell’accettazione di un allineamento per il 2015 al regime (rivisto dopo la sent della Corte Cost) per il 2014. In tal senso ci siamo mossi anche presentando al Tar memoria con motivi aggiunti.
Ciò detto, non si condivide, peraltro, in alcun modo, la preoccupazione diffusasi circa il rischio che una pronunzia cautelare sfavorevole del CdS possa condizionare o, peggio, vincolare (compromettendone l’esito) il prossimo giudizio di merito del Tar Lazio. Tale ipotesi non è configurabile perché si scontrerebbe con le più elementari regole processuali. In questo momento unico depositario della funzione e del potere di decidere il merito della controversia è il Tar Lazio.

Quanto, poi, all’ipotizzata “scarsa attenzione” o ” posizione pro Erario” che il CdS assumerebbe sulla questione, alla luce dei precedenti 2014, se volessimo veramente sostenere tale “teoria”dovremmo tutti desistere fin d’ora da ogni azione, anche da quella di merito, dal momento che se questo fosse il quadro, anche ove il Tar Lazio dovesse riconoscere le ns. ragioni, ben presto si dovrebbe arrivare dinanzi all’organo superiore, appunto il CdS, che evidentemente le ribalterebbe.
Non condividiamo questa interpretazione e ci rifiutiamo di avallarla“. Il comunicato è firmato dal Direttivo Assifel.

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